Legge elettorale, lo snodo delle alleanze del Pd a sinistra

Rosatellum 2.0
Rosatellum 2.0

ROMA. – Legge elettorale col freno a mano tirato alla Camera, non solo per l’arrivo di due nuove Proposte di legge (Ap e Si) che ne portano a 28 il loro numero totale, ma soprattutto per il dibattito sulle alleanze all’interno del Pd e del centrosinistra. Non c’è solo una contrapposizione tra i Dem che vogliono correre da soli e quelli che puntano ad una alleanza: anche tra i fautori delle coalizioni vi sono differenze, con relative diverse proposte di legge elettorale.

I due sistemi di Camera e Senato, residuati dalle due sentenze della Consulta, sono a prima vista in contraddizione. Quello per Montecitorio è un proporzionale con premio alla lista che supera il 40%, mentre per Palazzo Madama vale il proporzionale puro, pur essendo possibili le coalizioni.

Le incongruenze possono comunque essere superate: alla Camera una coalizione può sempre presentarsi come un unico listone, sebbene non vi siano i simboli dei singoli partiti; se viceversa una partito vuol correre da solo, al Senato lo può fare benissimo, benché debba superare una soglia a livello regionale improba per molti: l’8%.

Un ottimo motivo per il Pd targato Matteo Renzi per non puntare necessariamente alla modifica delle due leggi: in questo modo Mdp o anche SI rimarrebbero fuori dal Senato, in base agli ultimi sondaggi, proprio loro che hanno votato per non abrogarlo.

Tra i fautori della coalizione, la divaricazione inizia sulla presenza o meno dei centristi. Dario Franceschini ha lanciato un’alleanza larga, che li comprenda. Andrea Orlando ha posto come unico paletto quello che esclude i centristi che si rifanno “a programmi di centrodestra”, e quindi Ncd, ma non i Centristi per l’Europa di Casini, Galletti e D’Alia.

Per Franceschini e Orlando, allora, l’introduzione della coalizione nell’Italicum della Camera sarebbe una soluzione, magari abbassando dal 40 al 38% la soglia per il premio. Loro, come Michele Emiliano, vorrebbero tener dentro Mdp, cosa che Renzi ha escluso.

Diverso il ragionamento di Matteo Orfini che punta ad una alleanza solo a sinistra con un’area che potrebbe aggregare Pisapia, tagliando fuori Ncd. La legge che propone (Ellenicum) è un proporzionale con premio fisso di 90 seggi al primo partito, che dovrebbe essere il Pd. Questo, anche se non raggiungesse la maggioranza assoluta dei seggi, avrebbe comunque i numeri per allearsi solo con Pisapia. Una impostazione che piace a Renzi. “Attenzione” obietta AreaDem, l’area di Franceschini e Fassino, e se il primo partito risultasse M5s? Meglio puntare a una ampia alleanza prima del voto.

La proposta di Mdp, elaborata da Federico Fornaro, è il Mattarellum 2.0 che implica una coalizione prima delle urne: 50% dei seggi in collegi uninominali, più 90 seggi al primo partito, 30 al secondo e gli altri per il diritto di tribuna. Ma è difficile pensare ad una alleanza col Pd, vista anche la mozione contro il ministro Lotti depositata oggi.

Sia Mdp che Renzi corteggiano Pisapia e un suo possibile soggetto. Ma l’ex sindaco di Milano ha detto chiaramente che non vuole fare “un nuovo partitino” da affiancare al Pd per strappare qualche seggio superando la soglia del 3%. Il suo progetto è quello di essere il federatore di una nuova coalizione, sotto le cui insegne si dovrebbe semmai porre il Pd. Servirebbe allora una legge che prevede delle coalizioni prima delle urne: ma il listone, possibile con l’attuale Italicum, potrebbe funzionare.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)