La famiglia dell’italo-venezuelano Cervelli insultata durante il WBC

Francisco Cervelli in azione con la nazionale italiana
Francisco Cervelli in azione con la nazionale italiana

CARACAS – Francisco Cervelli, pelotero di chiara origine italiana, si é lamentato per gli insulti che ha ricevuto la sua compagna (la miss Venezuela Migbelis Castellanos) e la sua famiglia durante il World Baseball Classic. Nella gara Venezuela-Italia, disputata sabato a Guadalajara, il ricevitore azzurro é stato insultato ed etichettato come ‘pastelero’ da parte dei ‘tifosi’ vinotinto presenti nel recinto sportivo. Il problema é che le ingiurie non si limitavano solo al campione azzurro, ma anche alla sua famiglia. Questo situazione ha infastidito il ricevitore di origine pugliese.

“E’ un vero peccato che esistano questo tipo di situazioni, la gente non capisce che questo é un gioco. E poi, oltre che un gioco é anche un lavoro. Ho difeso la maglia della nazionale italiana nel 2009 ed adesso l’ho fatto di nuovo. Non ho problemi con i fischi, sono abituato. Ma mi infastidisce che lo facciano con la mia famiglia. Noi ci sentiamo piú venezuelani di tanti altri che lo dicono a parole ma in realtà non amano il Paese. Non mi é piaciuto che si denigrasse la mia famiglia. Resterá nella loro coscienza. Nel nostro Paese si vivono momenti difficili. E questo tipo di atteggiamento non aiuta a farli superare. E poi se i nostri problemi li portiamo anche all’estero non ce la faremo a risolverli” ha dichiarato Cervelli in una nota emittente sportiva.

Il ricevitore nato 31 anni fa a Valencia si é lamentato per la mancanza di rispetto tra connazionali. “Nella gare del periodo invernale si ascoltano qualsiasi tipo di offese, voi lo sapete bene, ci sono abituato. A volte trovi tifosi che ti chiamano ‘pastelero’, e poi ci sono anche quelli che per strada ti danno la mano e un abbraccio. E’ triste vedere venezuelani che vogliono aggredire altri venezuelani. Persone che pensano che il biglietto d’ingresso allo stadio gli dia libertá per insultare i giocatori. Io preferisco i tifosi che vengono a godersi lo spettacolo” ha commentato il campione azzurro.

Cervelli sa cosa vuol dire fare sacrifici nella vita: “Gioco a baseball fin da quando ero un bambino. Ho iniziato con questo sport da quando avevo quattro anni e la mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per aiutarmi a svolgere questa attivitá” confessó Cervelli in un’occasione.

Durante la sua adolescenza si é dovuto trasferire nella Repubblica Dominicana. A 16 anni i New York Yankees avevano captato il suo talento e lo aggregarono alla primavera della squadra. In quel periodo, il giocatore di origine pugliese imparó cosa significa vivere da solo lontano dalla famiglia, ma imparò anche ad accettare le diverse culture e i modi di fare dei suoi compagni squadra.

Come lui stesso ha confessato, in molte occasioni aveva pensato di alzare bandiera bianca. “Una volta ho telefonato alla mia mamma perché il cibo era orribile e mi avevano anche rubato. Lei mi rispose: ‘Tu non volevi giocare alla pelota?’. E chiuse la telefonata. Da quel momento ho imparato ad adattarmi a tutto”.

Poi nel 2005, Cervelli é stato trasferito negli Stati Uniti per giocare nelle Minor League con i Yankees. “Il primo anno non é andato bene. Dopo quella stagione mi hanno proposto addiritura di ritirarmi e dedicarmi a fare il coach che come giocatore non avevo futuro. Lì ho immaginato che il mio sogno sarebbe finito”. Poi nel 2008 é arrivato il salto in Major League Baseball e l’anno dopo vinse le World Series.

Questo dimostra la tenacia e perseveranza di Francisco Cervelli che ha anche dichiarato che difenderà i colori azzurri ogni volta che ne avrà l’occasione. “Forse molti non lo sanno, ma l’ho fatto nel 2009, quest’anno lo sto facendo e la prossima volta lo faró nuevamente”.

Il cammino degli azzurri nel World Basebbal Classic si é fermato ieri sera dopo la sconfitta 4-3 nello spareggio con il Venezuela.

(Fioravante De Simone)

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