Pisapia vede Bersani, prove tecniche di intesa

ROMA. – Prove tecniche di intesa a sinistra. Si fa più serrata la “corte” dei fuoriusciti del Pd e di Sel a Giuliano Pisapia che ha incontrato a Roma Pierluigi Bersani. Un colloquio riservatissimo ma dall’alto valore simbolico che molti leggono come un pre-accordo in vista delle amministrative. Il suo “Campo progressista” sembra essere ogni giorno di più lo snodo attraverso il quale costruire alleanze anche se l’ex sindaco di Milano rimane prudentissimo nelle parole. E a ragione.

Troppe ancora le variabili da analizzare: dai risultati delle primarie del Pd alla nuova legge elettorale che al momento è una chimera di difficile lettura. Ma Pisapia non ha visto solo Bersani. A pochi passi da Montecitorio ha incontrato una quindicina di deputati con i quali ha approfondito gli appuntamenti parlamentari delle prossime settimane e annusato l’aria che si respira all’interno dei gruppi parlamentari.

Nessuna fuga in avanti, però. Pisapia vuole tenere nei binari il suo progetto che, come ha sottolineato più e più volte, è “nato per unire e non per dividere”. Una rotta che viene apprezzata da Andrea Orlando ospite a DiMartedì proprio con l’ex sindaco. “A me – ha detto – piacerebbe stare nello stesso partito con Pisapia, ma mi accontenterei di stare nella stessa alleanza” ha spiegato con uno sguardo al futuro.

Dall’altra parte i renziani osservano preoccupati e continuano a tenere la porta aperta al dialogo. Ma Pisapia ripete che servono “segnali di discontinuità” nel Pd e questa affermazione è letta in Mdp come la certezza che che l’ex sindaco di Milano non avrà alcuna contaminazione con un futuro Pd di Renzi. In sostanza, non dovrebbe accettare di entrare in una lista dem.

E Pierluigi Bersani spinge sull’acceleratore per dimostrare che Matteo Renzi non ha nulla di quello che sta cercando di costruire “campo progressista”: “Renzi ora ci vuole spiegare cosa è la sinistra?”, si è chiesto retoricamente in serata. Ma è stato proprio l’ex segretario del Pd a spiegare le ambizioni in gioco: “penso che noi avremo un centrosinistra che si confronti con un Pd che riesca a essere un partito di sinistra o di centrosinistra piuttosto che un partito che preferisca mettersi sulla strada verso il centro. Nè Pisapia nè io – ha assicurato – abbiamo l’intenzione di fare un partitino”.

Ma qualcosa, sembra voler aggiungere in serata l’ex sindaco su La7, che dia “una nuova speranza a un popolo deluso” con “una nuova forza politica che derivi da una nuova alleanza di centrosinistra”. Quel centrosinistra che, è tornato a ribadire, non è rappresentato tutto dal Pd, che non è autosufficiente” e che non risponde “al suo popolo che vuole unità”.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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