Scintille tra Bossi e Salvini, “senatur” boccia la nuova linea

Lega: Umberto Bossi e Matteo Salvini durante la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati a Verona, in una immagine del 06 aprile 2014.
Umberto Bossi e Matteo Salvini durante la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati a Verona, in una immagine del 06 aprile 2014. ANSA/FILIPPO VENEZIA
Umberto Bossi e Matteo Salvini durante la manifestazione di solidarietà per gli indipendentisti arrestati a Verona, in una immagine del 06 aprile 2014.
ANSA/FILIPPO VENEZIA

ROMA. – Sulla Lega Nazionale arriva il niet del Senatur al giovane segretario della Lega Nord. “Se andiamo avanti così, la Lega non si salverà” tuona Umberto Bossi che boccia in toto il progetto di Lega Nazionale con cui Matteo Salvini sta cercando di far crescere i consensi verso il Movimento, in un’ottica più sovranista che di rappresentanza delle istanze del Nord.

“Noi abbiamo messo in piedi un partito locale contro il centralismo nazionale” ricorda Bossi che accusa il nuovo leader di aver “in gran parte snaturato” il progetto originale del Carroccio. Musica per le orecchie di Salvini che sta giocando la sua partita proprio sul rinnovamento della Lega: “io vado avanti per la mia strada” assicura. E sfida tutti: “Mi dispiace che coincidano le analisi di Bossi e di Forza Italia”. Di più: sull’euro “mi dispiace che Bossi dica le stesse cose di Renzi e di Monti”.

La divaricazione tra il leader storico e il nuovo segretario è insomma sempre più netta anche nell’ottica delle alleanze. Salvini continua la sua corsa all’Opa nel centrodestra e continua ad alzare l’asticella: oggi chiama la piazza per sostenere la legge sulla legittima difesa e rispolvera temi e toni che un tempo cavalcava Berlusconi: “Siamo alla follia, dobbiamo raddrizzarlo questo Paese, a partire dai Tribunali”.

Ma Bossi critica anche questo sfrenato attivismo: “La gente ti dà voti in cambio di un programma, Salvini non ha mai fatto vedere un programma quindi penso ci si illuda” a pensare di andare avanti “solo parlando un po’ di immigrazione”. E ancora, quello di Salvini, “è un tifo calcistico, uno non può pensare di andare avanti senza identità chiara. Noi minacciavamo con la secessione di cambiare le cose”.

La lite però galvanizza le parti in campo. Luca Zaia si dice dispiaciuto delle parole del Senatur che “fanno solo male al Movimento”, Roberto Maroni abbraccia la scommessa: “ci siamo noi a difendere il Nord, ci siamo io, Zaia e tanti altri. La sfida è fare una Lega che va oltre i confini del Nord”.

Quanto ai rapporti con Fi, Salvini è sempre più netto: di alleanze “se ne può parlare in base ai programmi. Ma se Forza Italia è quella che vota il provvedimento salva-banche con il Pd, no”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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