Uganda, Ambasciata d’Italia e AVSI sostengono la formazione “rosa”

KAMPALA – L’eccellenza dell’artigianato italiano si fonde con la creatività femminile per dare vita ad un piccolo progetto che stupisce per semplicità ed efficacia.

Dall’Italia e completamente a sua spese arriva in Uganda Elena Pavel, esperta in camiceria di lusso e laureanda in Scienze Internazionali. Di origini rumene, ma all’estero già da molti anni, Elena gestisce assieme al suo compagno un laboratorio di sartoria, La Bottega dell’Artigianato, circondata dalla stima e dall’affetto di tanti clienti tra le sedi di Roma e Milano.

 

 

Elena lavora da sempre per le donne, italiane, extracomunitarie, tutte. Questo con la convinzione testarda che investire sulla loro formazione sia redditizio per tutti, soprattutto in chiave umana.

 

 

 

 

 

Lo scorso anno ha accettato la sfida di partire per l’Uganda per insegnare la camiceria “all’italiana” ad un gruppo di studenti del COWA Vocational Training Centre di Kampala, con cui AVSI, organizzazione non governativa presente attivamente nel Paese sin dagli anni ’70, collabora da tempo.

Il prossimo maggio Elena sarà di nuovo in prima linea per due settimane, porterà dall’Italia le stoffe ed anche il materiale necessario per insegnare a venti studenti della scuola come fare camicie di qualità, dalle misure, al taglio, al cucito, sino ai consigli da dispensare ai clienti sulla scelta del modello e della stoffa.

 

 

 

 

 

Per sostenere la scuola, l’Ambasciata d’Italia in Uganda ha patrocinato ed ospitato una sfilata di beneficenza a cui hanno partecipato dieci stilisti proventi da una vasta scena non soltanto africana: Repubblica Democratica del Congo, Madagascar, Nigeria, Canada ed India. Il risultato? Un evento multiculturale in cui l’impegno sociale si è mescolato con grazia all’intrattenimento e alla leggerezza.

 

Stilisti prevalentemente poco conosciuti, ma selezionati per la loro creatività; modelle rigorosamente non professioniste, di tutte le taglie e di tutte le età, provenienti da 4 continenti, in un clima allegro e collaborativo, come non è scontato vedere tra donne.

 

 

 

Oltre 200 i partecipanti che hanno contribuito con entusiasmo alla raccolta fondi. Ospite d’onore della serata una donna di spicco del panorama politico e sociale ugandese, la presidente del Parlamento Rebecca A.Kadaga che ha partecipato con entusiasmo al programma mostrando un forte interesse a seguire l’evoluzione del progetto.

 

 

 

Subito dopo la performance, la residenza d’Italia ha ospitato anche un rinfresco e un vero e proprio mercatino dove gli stilisti hanno potuto presentare le loro creazioni, vendere e farsi quella pubblicità, cosa che per chi inizia può fare la differenza tra far decollare l’attività o dover viceversa rinunciare nonostante il talento. Per alcune di loro è davvero molto difficile iniziare e persino avere uno spazio espositivo in un negozio altrui è proibitivo in termini di costi.

Creatività e determinazione possono essere necessari, ma non sufficienti soprattutto per una donna africana nello scenario complesso di un Paese in via di sviluppo. Da qui l’idea di sostenere delle giovani menti, a vari livelli. Le stiliste, ma anche le stesse studentesse della scuola. Donne che aiutano altre donne, una rete fitta, multicolore, energica e vibrante in una città multiculturale, centro nevralgico dell’Africa dell’est, ricca di potenzialità, di idee, di talenti che aspettano solo di essere scoperti.

La vita delle donne è spesso in salita, ma per noi occidentali la possibilità di poter studiare e poi lavorare è scontata, nonostante le persistenti difficoltà. In Africa, invece, la vera differenza la può fare proprio la formazione. L’educazione, cioè, delle nuove generazioni di donne, la possibilità di avere almeno l’occasione di mettersi alla prova, di mostrare tutto il proprio valore. Per questo iniziative del genere, piccole ma concrete, possono davvero fare la differenza.

Luca Marfé

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