Gli Usa accusano: “Yahoo! attaccata da 007 e hacker russi”

WASHINGTON. – Due spie russe dell’Fsb, l’erede del Kgb, e due hacker che lavoravano per loro, uno russo e l’altro kazako-canadese: il dipartimento di Giustizia americano punta il dito contro di loro per il furto di 500 milioni di account di Yahoo! nel 2014, considerata la più grande violazione di dati della storia. Aggravata dalla successiva scoperta che l’anno prima era stato hackerato oltre un miliardo di profili, ma finora non è stato accertato un legame tra le due vicende.

E’ la prima volta che gli Stati Uniti muovono accuse penali per cyber reati contro dirigenti russi, anche se in passato hanno incriminato hacker di quel Paese. A fine dicembre invece l’allora presidente Barack Obama aveva deciso sanzioni contro i russi per le interferenze nelle elezioni, colpendo tra l’altro quattro ufficiali del Gru, i servizi segreti militari russi.

Ed è proprio a colpi di sanzioni e accuse penali che Washington pensa di scoraggiare futuri hackeraggi. Anche perché non ha un trattato di estradizione con la Russia, che peraltro é velleitario pensare consegni alla giustizia Usa i suoi 007.

Mosca ha già reagito, anche se con una fonte anonima: “Washington non ci ha contattato attraverso i canali stabiliti per risolvere i problemi di cyber-sicurezza”, ha detto, ipotizzando che si tratti “solo di un altro tentativo di usare gli ‘hacker russi’ nella battaglia politica interna”.

Nel mirino dei quattro hacker – che hanno avuto accesso anche ad account di Google e altre società web – materiale legato alla sicurezza e a personale diplomatico, governativo, militare e commerciale americano. Ma tra le vittime spuntano anche giornalisti e dirigenti governativi russi, nonché dipendenti di un’importante azienda russa di cybersecurity e di una banca d’investimenti russa, dove era impiegato sotto copertura uno dei due 007, Igor Sushchin, 43 anni.

Con lui lavorava Dmitri Dokuchaev (33), al centro per la cyber sicurezza dell’Fsb e noto come hacker con il nomignolo ‘Center 18’: secondo i media russi, è stato arrestato a Mosca in dicembre, con l’accusa di tradimento per aver passato informazioni alla Cia. La coppia di 007, secondo l’accusa, ha “protetto, diretto, agevolato e pagato hacker criminali” per condurre cyber attacchi negli Usa e in altri Paesi, tra cui Francia e Svizzera.

In particolare si sarebbe servita di due pirati informatici. Il più importante è Aleksiei Belan (29), noto come ‘Magg’, nato in Lettonia ma cittadino russo: è nella lista Fbi dei cyber criminali più ricercati ed è già stato accusato due volte in precedenza per intrusioni in tre grandi società hi-tech in Nevada e California nel 2012 e nel 2013. Arrestato in Grecia su richiesta americana, è riuscito a scappare in Russia, dove è protetto dalle autorità, secondo gli Usa. Avrebbe capitalizzato anche la ‘vendita’ di oltre 30 milioni dei profili rubati per una campagna spam.

Più marginale pare il ruolo di Karim Baratov (22), nome in codice ‘Kay’, nato in Kazakistan ma con la cittadinanza anche del Canada, dove è stato arrestato ieri per aver violato un’ottantina di account. “Oggi continuiamo ad alzare il velo dell’anonimato intorno ai cyber crimini”, ha commentato il direttore dell’Fbi James Comey.

Lunedì, quando testimonierà al Congresso, ci si attende che Comey alzi il velo anche sul Russia-gate, ossia gli hackeraggi russi durante le elezioni, i presunti contatti con la campagna di Trump e le intercettazioni di cui il tycoon ha accusato Obama, dicendosi “fiducioso” che il Dipartimento della giustizia fornirà le prove. Ma oggi la commissione intelligence della Camera ha detto non avere alcuna evidenza del genere.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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