Alfano: “Il G7 rilanci l’Europa e i rapporti con Mosca”

Angelino Alfano
Il ministro Alfano negli Stati Uniti, tappa a New York (Foto dal sito della Farnesina)

NEW YORK. – “Taormina sarà l’occasione di una prima verifica in formato G7 del rapporto con la nuova amministrazione Trump”. Ma il summit deve essere anche “la base della ripartenza delle relazioni Europa-Russia” e per il rilancio della leadership dell’Europa, sia in campo economico sia in campo militare, guardando di più verso Sud, da dove vengono le nuove minacce.

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano sintetizza così, in un’intervista all’ANSA, le aspettative del governo italiano in vista del vertice che si terrà in Sicilia il 26 e 27 maggio. Il titolare della Farnesina parla da New York, dove si trova per una serie di incontri al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite e alla vigilia di un importante vertice anti-Isis convocato a Washington dal presidente americano.

“Ci troviamo in un momento storico molto delicato – sottolinea Alfano – in cui le preoccupazioni non mancano”.

Anche sul fronte dei rapporti tra Stati Uniti e Europa: basti guardare al primo faccia a faccia tra Donald Trump e Angela Merkel alla Casa Bianca e ai contrasti già emersi al G20 di Baden Baden, con il governo americano che ha preteso di smorzare i toni di condanna del protezionismo.

“Ma dobbiamo dare tempo all’amministrazione Trump – spiega Alfano – non si può pretendere nei primi cento giorni di avere tutte le risposte”.

Piuttosto, per il ministro degli Esteri, è l’Europa che deve darsi da fare, che deve assumere una vera e propria leadership.

“Con il protagonismo di Putin e con la nuova amministrazione americana – è il monito di Alfano – l’Europa non può limitarsi a piangersi addosso, deve agire, deve rilanciarsi. Prima ancora del G7 abbiamo i Trattati di Roma, e quella dovrà essere l’occasione per rilanciare il progetto europeo. Perché l’Europa non può più stare ferma, e se non va avanti tornerà inevitabilmente indietro”.

Con lo spettro dei populismi che incombe sul futuro del Vecchio Continente. Per il ministro degli Esteri è fondamentale puntare “su un’Europa più sociale, ma anche più forte dal punto di vista militare”.

“Questi due elementi sono strategici per il futuro del nostro continente e li metteremo sul tavolo del G7. Perché – avverte Alfano – se si parla solo di economia e l’economia non va bene i popoli finiscono per disilludersi”.

E poi la Nato: “Per noi è indispensabile, non vi si può rinunciare. Ma l’Europa deve proiettarsi sempre più verso Sud, da dove arrivano le nuove minacce. Deve diventare protagonista della propria sicurezza”.

Si arriva così alla Libia. A Taormina l’Italia ribadirà di essere stata l’unica finora a pagare il conto della decisione della comunità internazionale di porre fine al regime Gheddafi, con la crisi dei rifugiati e con i costi della gestione di questa crisi.

“Questo è un punto di grande debolezza europea – ribadisce il ministro riferendosi ai mancati ricollocamenti – perché vuol dire che non ci si può fidare degli accordi siglati”. “L’obiettivo ora è terminare un lavoro che è rimasto incompiuto. Bisogna stabilizzare il Paese, rendere effettive le decisioni già assunte e organizzare sempre più efficacemente il presidio del mar Mediterraneo”.

E la soluzione va trovata in ambito Onu, dove è presente anche la Russia. Stesso discorso vale per la Siria, dove l’Europa può svolgere un ruolo ben definito nell’opera di ricostruzione. Ecco il capitolo che riguarda Mosca:

“Tra otto giorni sarò lì – spiega Alfano – il rapporto bilaterale prosegue. Ma è evidente che se non si sblocca l’adempimento del protocollo di Minsk è difficile immaginare un invito in ambito G7”. “L’obiettivo, magari non per questo G7, è di superare le sanzioni, perché lo consideriamo lo strumento per realizzare gli accordi di Minsk, non il fine a cui ambire”, ribadisce Alfano:

“Nessuna persona di buonsenso può ambire a escludere la Russia da un contesto internazionale nel quale è un alleato al terrorismo e per l’Italia anche un affidabile fornitore energetico”.

La lotta all’Isis sarà chiaramente centrale al G7. A parere del ministro, “non bisogna dare Daesh per sconfitto, perché ha una forte capacità di metamorfosi”.

“La sconfitta militare non è ancora definitiva, ma noi ci auguriamo che possa arrivare presto – spiega – tuttavia la comunità internazionale deve vigilare sulla capacità di trasformazione dell’Isis, sulla sua capacità di riciclarsi sotto forma di altre modalità di crimine organizzato in quei territori e non solo”.

(di Ugo Caltagirone e Valeria Robecco/ANSA)