Francia: dopo dibattito tv, è sempre più sfida Macron-Le Pen

I 5 principali candidati alle presidenziali francesi: da sinistra Fillon, Macron, Mélenchon, Le Pen, Hamon
I 5 principali candidati alle presidenziali francesi: da sinistra Fillon, Macron, Mélenchon, Le Pen, Hamon

PARIGI. – Dibattito vivace nonostante la durata interminabile – 3 ore e mezzo – polemiche, battute e persino qualche momento esilarante (Macron: “Madame Le Pen, è gentile da parte sua, ma non ho bisogno del ventriloquo”). Tutto è però rimasto come prima: Macron è quello che ha convinto di più, la Le Pen non ne aveva bisogno, Fillon non sembra animato dal sacro fuoco della “remontada” e resta 10 punti indietro. A 34 giorni dal voto del primo turno, la sfida sembra essere fra il leader di En Marche! e la presidente del Front National.

Emmanuel Macron non è né un tribuno come Jean-Luc Melenchon né può contare su un partito come Francois Fillon e Marine Le Pen. Ha però trovato il modo di colpire gli avversari, tutti esponenti della vecchia – o vecchissima – classe politica, tutti tranne lui. Che non è stato sempre chiaro, ha incassato i lazzi della Le Pen e il veleno di Benoit Hamon, ma ha ribattuto colpo su colpo e non si è troppo scomposto.

Come ad un segnale convenuto, una componente del governo, la viceministra Barbara Pompili, ha annunciato la sua adesione al progetto di Macron. Il premier Cazeneuve – stretto fra l’incudine di Hamon che per anni ha boicottato il governo e il martello di Macron che ha sbattuto la porta per fare la sua corsa in solitario – ha incassato a denti stretti.

La Pompili è la prima nel governo ad annunciare ufficialmente che non vota per Hamon, a giorni seguirà un peso massimo, il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, e poi ancora altri. Francois Hollande, pochi minuti dopo, si è visto annunciare da uno dei suoi consiglieri più stretti, Bernard Poignant, il sostegno a Macron e le conseguenti, inevitabili, dimissioni dalla carica.

I sondaggi post-dibattito dicono che Macron è stato il più convincente, seguito da Melenchon. Marine Le Pen ha dovuto lottare in una posizione isolata da tutti, a volte ha distolto lo sguardo per non polemizzare troppo, altre si è rifugiata in una risata ironica o sprezzante alle parole degli avversari. Fillon sembrava sotto shock per la prima ora e mezzo, poi si è rianimato parlando di politica e pensioni, ma con Macron su quel terreno c’è stato poco da dire. Hamon ha provato a limare il suo progetto di reddito universale ma è risultato dai sondaggi il meno convincente.

In molti si chiedono cosa si diranno di nuovo i contendenti negli altri due appuntamenti già organizzati prima del 23 aprile. Ma gli staff sono al lavoro, e i colpi di scena non mancano.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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