Il Parlamento celebra l’Ue. Standing ovation per Mattarella

Il Presidente Sergio Mattarella con i Presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini in occasione della celebrazione parlamentare del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma (Foto dal sito del Quirinale)
Il Presidente Sergio Mattarella con i Presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini in occasione della celebrazione parlamentare del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma (Foto dal sito del Quirinale)

ROMA. – La standing ovation ed i sei lunghi applausi alle parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella – nell’Aula di Montecitorio impavesata dalle bandiere italiana ed europee per la solenne giornata che apre le celebrazioni per i 60 anni dai Trattati di Roma – sono il contraltare europeista alle parole stonate e sprezzanti del presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, che indignano mezza Europa e oggi compattano l’intero Parlamento italiano.

In attesa dell’arrivo, sabato prossimo, dei leader dei 28 paesi europei (insieme ad 8.000 black bloc e a 4 cortei di pacifica protesta) Sergio Mattarella, Pietro Grasso, Laura Boldrini, Paolo Gentiloni, tutto il governo, deputati, senatori, europarlamentari, Romano Prodi e l’ex Capo dello Stato Napolitano celebrano i Trattati di Roma, primo vagito dell’Europa.

I deputati della Lega Nord restano fuori dall’Aula, in sit-in polemico davanti a Montecitorio contro la Ue “di banchieri e di traditori”. Ma Umberto Bossi disobbedisce e va a sedersi al suo banco: “Sbagliato non esserci. Preferisco sempre sentire le cose per poi ragionarci”. Il nuovo leader della Lega Matteo Salvini però promette: “Sabato vado a Lampedusa, simbolo del fallimento europeo”.

Come Bossi, anche i Cinque stelle si smarcano dall’antieuropeismo più bieco, e parecchi di loro applaudano quando Mattarella chiude, citando Alcide de Gasperi, il suo primo discorso all’assemblea plenaria dopo quello per l’elezione al Quirinale.

No ai muri, no alle barriere, non si stanca di esortare il Presidente della Repubblica, citando Luigi Einaudi, tutti i padri fondatori dell’Europa e persino quel Winston Churchill che per primo parlò di “Stati uniti d’Europa”.

Le misure di sicurezza sono imponenti, Montecitorio è blindata come nelle occasioni solenni, tutta l’area della piazza e off limits per i passanti e mezzi della polizia sbarrano l’accesso nelle vie che arrivano in piazza. Un’anteprima di ciò che accadrà nei prossimi giorni nella Capitale.

“Non ci si deve arrendere ad una narrazione negativa che indica l’Unione europea come esperienza fallimentare e capro espiatorio di tutti i problemi attuali”, sprona la Presidente della Camera Laura Boldrini, mentre il Presidente del Senato implora: “non si arresti il cammino dell’integrazione europea”.

“Oggi l’Europa appare quasi ripiegata su sé stessa”, “incerta nell’intraprendere la rotta” e serve coraggio, è l’ultimo monito di Mattarella, prima che la banda militare esegua dalle tribune dell’Aula l’Inno alla Gioia di Beethoven.

(di Milena Di Mauro/ANSA)