Bersani “apre” a Grillo e scatena l’ira del Pd. D’Alema, meglio soli

Bersani: "Parlare con i 5 stelle è un dovere, fare una alleanza di governo è tutto un altro film"
Bersani: "Parlare con i 5 stelle è un dovere, fare una alleanza di governo è tutto un altro film"

ROMA. – Il rapporto con M5s scuote Mdp. A sollevare la questione è stato Pierluigi Bersani che, dalle pagine del Corriere della Sera, si è detto disposto al dialogo con i pentastellati dopo le elezioni, nel caso in cui questi ultimi risultassero il primo partito. Una ipotesi poi rettificata, ma che ha suscitato malumori in Mdp, e uno scambio di battute polemiche con il Pd, che ha letto le parole dell’ex segretario come la conferma del “mai con Renzi”, che pesa sulle prospettive di una coalizione e sulla legge elettorale.

Bersani ha evocato uno scenario come quello del 2013, ma a parti invertite tra lui e M5s: se questi ultimi nel 2018 risultassero il partito più votato senza avere la maggioranza assoluta, l’ex segretario Pd si è detto “pronto” al dialogo: “in modo speculare, sarebbe quello che avevo chiesto loro quattro anni fa”.

Parole giudicate inopportune dai suoi colleghi di Mdp, perché proprio mentre il Movimento nasce, lo si rappresenta in funzione ancillare di M5s. Una sorta di “partito contadino” come quelli dei Paesi dell’Est Europa ai tempi del Patto di Varsavia. Malumori non dichiarati visto che Mdp aveva organizzato l’evento per la presentazione del proprio simbolo.

Qui Massimo D’Alema ha liquidato l’ipotesi Bersani: meglio Renzi o M5s? Hanno domandato i giornalisti: “meglio da soli” ha replicato D’Alema indicando l’obiettivo del Movimento alle elezioni: vincerle, magari con il 51%. Ma le parole di Bersani hanno dato il gancio per una nuova polemica con il Pd. Il vicesegretario Lorenzo Guerini ha definito “confusa” la strategia di Bersani, visto che M5s è “intriso di demagogia e populismo”.

Sferzante l’ironia di Andrea Marcucci: “Bersani cerca il dialogo con M5s sui vaccini o sull’alleanza con Putin?”. Ma soprattutto, come ha sintetizzato Francesca Puglisi, “Mdp oggi ha chiarito chi sia il suo principale avversario politico. E’ Matteo Renzi, non certo la destra xenofoba”.

Uno scontro che rende più complesso mettersi insieme alle amministrative di primavera e venirsi incontro sulla legge elettorale. Le richieste di Mdp, di abbassare le soglie al Senato e di togliere i capilista bloccati alla Camera, trovano da oggi meno ascolto in casa Dem.

Dopo la presentazione del simbolo di Mdp, Bersani ha chiarito il proprio pensiero; “Ognuno deve fare il suo mestiere: M5s sono di centro (un po’ di sinistra col sociale e un po’ di destra con l’immigrazione); poi c’è la destra che tornerà unita; io voglio fare il centrosinistra largo, alternativo alla destra e sfidante di M5s”.

Quanto all’ipotesi di un dialogo con M5s dopo le urne, esso non va escluso a priori, anche se “è fantascienza”; insomma non si deve “regalare” ai pentastellati “l’idea di una Union Sacree di tutto l’esteblishment contro di loro, perché gli si tirerebbe la volata”. Quanto alle accuse del Pd Bersani replica: “sono anni che danno benzina a M5s, io cerco di tirargliela via”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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