Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda: “Alitalia è e deve rimanere privata”

Un aereo Alitalia in pista ripreso da prua.
Un aereo Alitalia in pista ripreso da prua.

ROMA. – Alitalia è e deve rimanere privata. Il Governo si limiterà a sostenere il processo di ristrutturazione e rilancio e vigilare sull’attuazione del piano industriale. Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda definisce così i contorni del possibile ruolo dello Stato nell’ex compagnia di bandiera per la quale continuano a circolare ipotesi di intervento pubblico, forse sotto forma di garanzia.

Intanto spunta un errore nei numeri annunciati appena qualche giorno fa sul piano industriale della compagnia: gli 8 nuovi aerei per il lungo raggio per i prossimi 5 anni sono in realtà 14 e la svista sarebbe dovuta ad un errore di battitura nelle slide. Il nuovo numero è emerso nel corso del tavolo tecnico al Ministero dello sviluppo economico con cui è iniziato il lavoro di approfondimento tra azienda e sindacati prima di poter avviare la trattativa vera e propria.

L’azienda, presente con una delegazione di 18 persone, ha spiegato che i nuovi velivoli sono 14 ed entreranno in flotta così scaglionati: uno quest’anno e nel 2018, tre nel 2019, sette nel 2020 e due nel 2021. Appena venerdì scorso, però, un comunicato della compagnia parlava dell’ingresso in flotta di “sei nuovi aeromobili di lungo raggio tra il 2019 e il 2021”, che si sarebbero aggiunti “ai due già previsti nel 2017 e nel 2018”.

Errori e sviste che lasciano perplessi i sindacati, che mantengono un giudizio negativo sul piano e chiedono ulteriori dettagli sui numeri e sul conto economico del 2016, attesi tra oggi e domani. “Strano piano industriale dove aumentano le macchine di lungo raggio ma non diminuiscono i licenziamenti”, commenta Nino Cortorillo della Filt Cgil.

“La cosa che ci lascia più perplessi è che il piano ci è stato illustrato venerdì scorso e anche nell’illustrazione il management di Alitalia non si è accorto della ‘svista’”, aggiunge Emiliano Fiorentino della Fit Cisl. “Quello di Alitalia a me più che un piano industriale sembra un piano di taglio e cucito”, aggiunge il leader della Uil Carmelo Barbagallo, che insieme ai segretari generali di Cgil e Cisl esprimerà le sue perplessità al Governo: in serata è infatti previsto un incontro al Mise con i ministri dello sviluppo, dei trasporti e del lavoro Calenda, Delrio e Poletti.

L’azienda dal canto suo assicura la massima collaborazione: “Abbiamo fornito molte informazioni e altre le forniremo”, ha detto l’a.d. Cramer Ball, sottolineando la necessità di raggiungere un accordo con i sindacati (“è fondamentale e faremo di tutto per raggiungerlo”).

Il Governo ribadisce le proprie raccomandazioni: “il taglio dei costi non può scaricarsi solo sul personale” e la gestione degli esuberi ed eventuali modifiche al contratto “devono passare attraverso un confronto con i sindacati”, sottolinea Calenda. Che ribadendo la necessità che la compagnia resti privata, puntualizza: “l’impatto per il bilancio dello Stato deve essere ridotto al minimo indispensabile”.

Su un possibile intervento dello Stato interviene anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, avvertendo che i soldi pubblici sono pochi e augurandosi che la vicenda venga finalmente affrontata “in una logica di visione e non emergenziale”.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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