Erdogan attacca Ue e cronisti: “Pedofili e terroristi”

Una gigantografia inneggiando a Erdogan
Una gigantografia inneggiando a Erdogan

ISTANBUL. – “Se l’Europa continua così, nessun europeo potrà camminare al sicuro per le strade in nessuna parte del mondo”. L’ultima provocazione di Recep Tayyip Erdogan ha il sapore di un sinistro avvertimento. Nella sua ormai quotidiana campagna contro i Paesi Ue, accusati ancora una volta per i comizi pro-referendum sul presidenzialismo negati ai suoi ministri, il leader di Ankara alza ancora i toni.

E da Berlino gli si rivolge direttamente “con un appello” il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, nel giorno simbolico del suo giuramento in Parlamento, chiedendo di porre fine ai continui “paragoni con i nazisti”.

In piena campagna referendaria, Erdogan non fa però passi indietro. “Noi, come Turchia, chiediamo all’Europa di rispettare i diritti umani e la democrazia”, ha detto, tornando ad attaccare in particolare Germania e Olanda: “Non si può giocare con l’onore della Turchia, cacciarne i ministri, trascinarne a terra i cittadini”.

Nel mirino finiscono pure i giornalisti: “Di recente ho ricevuto una lista di 149 nomi” di reporter in prigione in Turchia. “Sono tutti ladri, pedofili, terroristi”. Di loro, “144 sono accusati di terrorismo, 4 di altri reati”.

Nessuna concessione neppure sul caso del reporter turco- tedesco della Welt, Deniz Yucel, arrestato a fine febbraio e accusato direttamente da Erdogan di essere una spia di Berlino. Per il suo rilascio, Steinmeier gli ha rivolto un appello esplicito: “Noi condanniamo il tentativo di colpo di stato, ma guardiamo con preoccupazione al fatto che tutto quello che è stato costruito per decenni può crollare”, ha poi avvertito da Berlino.

Continua a crescere anche la distanza con Bruxelles. Dopo che il commissario all’Allargamento, Johannes Hahn, aveva parlato di “un’adesione sempre più irrealistica, se la Turchia non inverte rapidamente il suo corso”, il capo negoziatore di Ankara, Omer Celik, lo ha definito “un governatore coloniale”, accusandolo di comportarsi “come un commissario responsabile di evitare l’allargamento”.

Intanto, la Norvegia ha concesso l’asilo ad almeno 5 militari turchi accusati di legami con gli autori del fallito colpo di stato, scatenando la dura reazione del ministro della Giustizia, Bekir Bozdag: “L’Europa non deve diventare un rifugio per golpisti, terroristi e assassini”.

(di Cristoforo Spinella/ANSAmed)

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