Garanzia di Stato per l’Alitalia, ma resta lo scoglio delle regole Ue

La scritta Alitalia sull'ala di un aereo.
La scritta Alitalia sull'ala di un aereo.
In un’immagine d’archivio aerei Alitalia fermi all’aeroporto di Fiumicino per uno sciopero. ANSA/ TELENEWS

ROMA. – Prende peso l’ipotesi di una garanzia dello Stato per permettere un possibile intervento di Cassa Depositi e Prestiti per finanziare Alitalia. Il dossier, secondo quanto si apprende, è sul tavolo del Governo che sta studiando una soluzione regolatoria che permetta a Cdp di erogare un finanziamento da 200 milioni di euro.

Allo studio, oltre all’aspetto regolatorio, c’è da sciogliere il nodo del faro Ue su possibili aiuti di Stato. Il finanziamento permetterebbe di raggiungere i 400 milioni di euro di contingent equity, il cuscinetto finanziario per tutelare il piano da possibili imprevisti.

Si sblocca intanto il problema di Reggio Calabria: dopo la decisione di Alitalia di sopprimere il collegamento il ministero dei Trasporti annuncia infatti che invece il volo sarà garantito a partire dal 30 marzo con collegamenti da Roma e Milano per l’aeroporto Reggio Calabria, inizialmente con un volo giornaliero da/per entrambe le città nel mese di aprile.

L’ipotesi di un intervento di Cdp sembrerebbe profilarsi di fronte all’intenzione dei soci italiani di non aprire il portafoglio per contribuire al contingent equity. L’altra metà sarebbe invece disposta a metterli l’azionista arabo Etihad, socio al 49%.

L’ipotesi allo studio è di riuscire a dare liquidità attraverso un finanziamento speciale da parte di Cdp: in genere Cdp eroga finanziamenti sulla base di una serie di garanzie fornite dai clienti; in questo caso, però, con i profili di rischio presentati dalla compagnia, c’è la necessità di trovare una soluzione regolatoria che permetta a Cdp di erogare comunque questo finanziamento, attraverso appunto la garanzia dello Stato.

Ci sarebbe già una norma, un decreto del 2003, che prevede un finanziamento con la garanzia pubblica, ma il rischio è che l’Unione europea possa bocciare questo intervento inquadrandolo come aiuto di Stato. Per questo tutta l’operazione è ancora in fase di studio: da una parte si valuta l’aspetto regolatorio, dall’altra il profilo della compliance con le norme Ue. Su tutto pende la spada di Damocle del tempo. La liquidità della compagnia starebbe infatti per finire e ci sarebbe tempo fino a metà-fine aprile.

Nel frattempo prosegue la trattativa sul piano industriale, che dopo i tavoli tecnici di questa settimana prosegue la prossima settimana con un primo incontro lunedì alla presenza dei ministri Calenda, Delrio e Poletti. Ai tre ministri i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, hanno rivolto la loro richiesta perché il Governo faccia di più.

Il rischio è infatti che paghino ancora una volta i lavoratori, hanno avvertito: il piano prevede infatti 2.037 esuberi solo per il personale di terra, cui si aggiungerebbero i 400 dipendenti del personale di volo con la solidarietà in scadenza ad agosto.

(di Enrica Piovan/ANSA)

Lascia un commento