Germania: voto nel Saarland, test per l’alleanza delle sinistre

BERLINO. – Gli 800.000 elettori del Saarland, il secondo Land meno popoloso della Germania dopo Brema, daranno domenica la misura reale di quanto intense siano davvero la Schulz-mania e la stanchezza per Angela Merkel. E diranno se il Paese è pronto per immaginare un’alleanza tutta di sinistra (Spd, Linke e forse Verdi), che dal Saarland si proietti fra qualche mese sull’intera Germania.

Il voto di domani per il rinnovo del piccolo parlamentino regionale è il primo del cosiddetto anno elettorale che, attraverso due altri voti di Land (Schleswig-Holstein e Nordreno-Vestfalia) a maggio, si concluderà il 24 settembre con le elezioni federali.

È piuttosto inconsueto che un Land piccolo e geograficamente periferico come il Saarland rappresenti un termometro degli orientamenti nazionali. Ma tutti i sondaggi, nazionali e locali, hanno registrato un terremoto politico che, se confermato, a settembre potrebbe porre fine ai 12 anni incontrastati di Angela Merkel.

Nel piccolo ring regionale attorno al capoluogo Saarbruecken non si scontrano in verità i candidati alla cancelleria, che pure negli ultimi giorni hanno speso tempo e voce nel Land, ma due donne: la presidente uscente della Cdu Annegret Kamp-Karrenbauer e la sfidante Spd Anke Rehlinger, che del governo è stata il ministro dell’Economia.

Ma anche i sondaggi sul Saarland hanno rilevato la portata dell’effetto Schulz. Dopo la sua nomina a candidato per la cancelleria, il vantaggio della Cdu sull’Spd si è ridotto di 9 punti: era 38 a 26, ora è 35 a 33. E a rendere ancora più intrigante questo testa a testa locale, c’è la possibilità che la partita del futuro governo del Saarland non sia ridotta alla domanda su quale dei due partiti maggiori guiderà la prossima Grande coalizione.

In questo Land dal passato minerario è forte anche la Linke, accreditata di un 13% dei consensi. Un’eccezione a Ovest, dovuta al carisma di Oskar Lafontaine, che fu esponente di primo piano dell’Spd prima di abbandonarla in polemica con Gerhard Schroeder e fondare con i post-comunisti dell’Est la Linke.

Se gli elettori renderanno possibile numericamente anche un governo di sinistra, l’Spd ci proverà, trasformando il Saarland nel laboratorio di un possibile rivolgimento politico nazionale ancora più vasto. Non è un caso che, negli ultimi giorni, Angela Merkel abbia impostato la sua campagna contro il pericolo rosso, mettendo in guardia gli elettori dal “riportare indietro gli orologi”.

Ai margini sembrano finiti i nazional-populisti di Afd: sono dati al 6%, ma la loro leader Frauke Petry non crede ai sondaggi.

(di Pierluigi Mennitti/ANSA)

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