Pd: Renzi guida i voti del congresso. Preoccupazione per numero votanti

Guerriglia Renzi-minoranza Pd, ma per ora no al congresso
Guerriglia Renzi-minoranza Pd, ma per ora no al congresso

ROMA. – Dopo il primo week end di votazione nei Circoli del Pd, si profila la griglia del congresso, fase che precede le primarie: Matteo Renzi è davanti, inseguito da Andrea Orlando, mentre Michele Emiliano è assai distanziato. Il suo attuale score sotto il 5%, ne mette addirittura a rischio la partecipazione alle primarie: un evento, questo, mal visto anche da Renzi e Orlando, che quindi “tifano” per il loro contendente, dato che la sua presenza porterebbe sicuramente più elettori ai gazebo. Perciò, mentre i tre candidati sono ancora impegnati nella fase di voto tra i soli iscritti, già si ragiona a come mobilitare la più ampia platea dei simpatizzanti in vista delle primarie del 30 aprile.

Il voto all’interno dei circoli è iniziato il 20 marzo e si concluderà domenica prossima, 2 aprile. Finora si sono espressi 593 circoli su 6.453, pari al 9,2%. Renzi è decisamente in testa con il 62.9% (11.616 voti), seguito da Andrea Orlando 33% (6.104 voti), mentre Emiliano è fermo al 4,1% (754 voti), cioè sotto la soglia del 5% che gli permetterebbe di prendere parte alle primarie aperte.

Tuttavia il Governatore della Puglia e i suoi sono fiduciosi, perché ancora non hanno votato i circoli dove ci si attendono i risultati migliori, specie in Puglia e al Sud. Indicativo, infatti, che se in Emilia Romagna ha ottenuto solo il 2,5% e in Toscana l’1,3%, nei 18 circoli della Calabria che finora si sono espressi la cifra sale all’8,74%.

Sta di fatto che negli entourage di Renzi e Orlando non si nasconde l’auspicio che Emiliano sia della partita alle primarie, così da far aumentare il numero dei votanti. E’ questo, infatti, il vero elemento che preoccupa tutti: se si scendesse troppo rispetto ai 2 milioni del 2013 il Pd ne uscirebbe indebolito, così come il candidato vincente.

I renziani sono soddisfatti non solo per l’alta percentuale complessiva, ma soprattutto per il risultato nei circoli “di sinistra”. Per esempio l’ex premier si è attestato all’82% nel circolo Aniasi di Milano, dove nel 2013 si fermò al 30%. Al neo ricostituito circolo di Pomigliano d’Arco Renzi ha incassato 21 dei 22 voti. “Lì non votava Marchionne, ma gli operai”, viene sottolineato.

Anche Orlando si dichiara soddisfatto, specie dopo l’endorsement di Enrico Letta in vista delle primarie: anche questo porterà ai gazebo del 30 aprile più elettori, cosa ben vista da Renzi, anche se non ha gradito la nuova frecciata contro di lui di Letta: “Non mi sono fatto da parte, sono stato mandato via”. E a Letta i renziani Emanuele Lodolini e Isabella Del Monte hanno ricordato che era stato defenestrato anche con il voto di Andrea Orlando.

Ma già si ragiona in vista dei gazebo del 30 aprile. Orlando punta alla sua capacità unitiva nel Pd e del centrosinistra: “Il PD deve superare la visione leaderistica e mettere al centro l’uguaglianza”, ha affermato. Emiliano insiste sullo spostamento a sinistra della proposta economico sociale, evidenziata da Francesco Boccia.

Renzi nella sua e-news ha spiegato di puntare alla sua capacità di leadership in sede europea: spingere tutto il Pse a una nuova impostazione dell’Ue, sia nelle politiche, che nella democratizzazione delle istituzioni: “elezione diretta dei vertici europei, cominciando almeno con le primarie già nel 2019”. Decisamente un “vasto programma” come diceva De Gaulle.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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