Williams, il corrispondente a Roma di Breitbart: “Il primo Renzi come Trump”

Trump e Manafort

ROMA. – “Renzi nel suo primo periodo, con le sue riforme, penso a quella del lavoro e del fisco, mi ricordava molto Donald Trump. Poi però ha fatto l’errore di piegarsi alle volontà di Bruxelles”. Parola di Thomas Williams, il corrispondente a Roma di Breitbart, il sito di ultradestra dai toni populisti fondato dal consigliere politico di Donald Trump, Steve Bannon, praticamente l’unica testata giornalistica a livello nazionale ad appoggiare la campagna dell’attuale presidente.

Invitato a parlare a un Convegno sulle fake news organizzato da un deputato leghista, Guglielmo Picchi e dal suo think tank sovranista ‘Machiavelli’, Williams, ex prete, 54 anni, conversando con l’ANSA parla anche dei rapporti, spesso difficili, tra la Casa Bianca e il Santo Padre e l’ipotesi di un loro incontro nei prossimi mesi.

“Credo che sia molto utile e perfino molto possibile che il Papa incontri Trump in occasione del G7. Spero che il presidente ponga l’accento sulle sue posizioni cristiane. Ci sono delle differenze sui migranti ma non così ampie come si pensa. Non credo che il papa sia il suo nemico numero uno. Anzi – sottolinea Williams – ricordo che Francesco ha incontrato Obama le cui posizioni oggettivamente, penso all’aborto e alle nozze gay, erano più distanti dal Vaticano rispetto a quelle dell’attuale amministrazione americana”.

Getta acqua sul fuoco anche sul tema delle relazioni spesso molto complicate tra le due sponde dell’Oceano.

“E’ vero che al momento si percepisce una maggiore distanza tra Usa e Europa. E’ vero che ci sono molti problemi tra la Casa Bianca e Bruxelles, le istituzioni europee. Ma lo stesso non vale con i singoli popoli europei. Le relazioni bilaterali sono ottime. Certo che se vince Le Pen andrebbe meglio”.

Nessun problema con il governo italiano, anche in vista della visita del premier a Washington:

“Sia con Renzi, sia con Gentiloni l’America avrà sempre ottimi rapporti. La sinistra italiana è molto più realista di quella di altri Paesi europei”.

Oggi Trump demolisce la politica ambientale di Obama, nella lotta al surriscaldamento terrestre.

“Tanti – commenta – pensano che il cambio climatico sia opera dell’uomo. Ma io credo sia un mito. In passato si parlò in termini allarmistici di buco dell’ozono, di sovrappopolazione. Ora ci sono diversi grandi scienziati che invitano alla prudenza, che dicono che non si può dire nulla sul futuro. I sostenitori del cambiamento climatico trovo che siano un po’ presuntuosi”.

Neanche il calo dei sondaggi di Trump ai minimi storici lo impensierisce più di tanto:

“Sarebbe accaduto lo stesso con Hillary. Il problema è che gli States sono divisi, c’è enorme rabbia e insoddisfazione contro l’establishment. E lui, che non fa parte del sistema, sta avendo grandi difficoltà a riformarlo”.

Infine osserva di non credere molto a un’eventuale alleanza ‘populista’ tra Grillo e Salvini:

“Se ne parla tanto, di un loro trionfo sull’onda di Trump. Ma non credo sia possibile. Vedo i grillini e noto grandi differenze tra loro e l’amministrazione Usa, ad esempio sul clima”.

(di Marcello Campo/ANSA)

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