Trump cancella un’altra eredità di Obama, via la privacy sul web

WASHINGTON. – Trump e i repubblicani cancellano un’altra eredità di Obama: la privacy sul web. E l’industria delle telecomunicazioni esulta. Dopo aver spazzato via le normative ambientali del suo predecessore, il presidente Usa si accinge a firmare lo stop approvato dal Congresso, controllato dal suo partito, alle norme che da fine anno avrebbero impedito ai fornitori di connessione a banda larga di raccogliere e vendere i dati dei clienti senza il loro consenso.

“La Casa Bianca sostiene fortemente l’iniziativa della Camera”, aveva annunciato il portavoce Sean Spicer poche ore prima del voto (215 a favore, 205 contrari), seguito a quello del Senato. Le regole erano state varate lo scorso ottobre.

Con l’abolizione delle restrizioni, gli internet provider come Comcast, Verizon e At&t potranno vendere al miglior offerente dati come la cronologia delle ricerche, la geolocalizzazione, i numeri di previdenza sociale o le app scaricate, consentendo di creare preziosi profili altamente personalizzati. Dalle ricerche web emergono infatti le nostre abitudini di vita, le nostre spese: ristoranti, musica, vacanze, medici, sino agli orientamenti sessuali, religiosi, politici.

Come è stata motivata la marcia indietro, che tra l’altro aumenterà anche gli ‘appetiti’ degli hacker? I repubblicani e l’industria del settore lamentavano una sorta di disparità a favore di giganti del web come Google e Facebook, che non hanno obblighi legati alla privacy.

I colossi delle telecomunicazioni irrompono così nella gara per una torta pubblicitaria da 83 miliardi di dollari insieme a Big G e al colosso di Mark Zuckerberg. E con una posizione privilegiata: possono tracciare qualsiasi sito navigato e monitorare con maggiore completezza le attività online. Dure le reazioni dei difensori dei consumatori.

“Il voto di oggi significa una sola cosa: l’America non sarà mai sicura online dal momento che i dettagli più personali saranno segretamente sotto controllo e venduti al più magnanimo offerente” ha spiegato Jeffrey Chester, direttore esecutivo del Center for Digital Democracy. Stessa reazione di altre organizzazioni come la Electronic Frontier Foundation (Eff).

L’abolizione delle norme di Obama potrebbe essere solo il primo passo verso la deregulation. Il prossimo potrebbe essere lo smantellamento della ‘Net neutrality’ che impedisce agli internet provider favorire alcuni siti o app rispetto ad altre.

Preoccupa la scelta di Trump, che ha nominato alla guida della Federal Communication Commission Ajit Pai, un fiero oppositore della neutralità della Rete. ”Dobbiamo accendere il tagliaerba e rimuovere quelle regole che stanno ostacolando gli investimenti, l’innovazione e la creazione di posti di lavoro”, è stata la sua dichiarazione programmatica.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)