Fisco, evasione: niente tasse su colf e badanti

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ROMA. – Dalle badanti e colf alla bottega sotto casa, dalle costruzioni ai servizi per le imprese all’agricoltura, l’evasione fiscale in Italia non conosce crisi aggirandosi in media sui 110 miliardi di euro l’anno, col settore dei servizi alla famiglia in cima alla lista del sommerso con un 30%.

Il presidente della Commissione per la redazione della “Relazione annuale sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva”, Enrico Giovannini, ne parla in audizione alla Commissione Bicamerale sull’anagrafe tributaria, illustrando gli ultimi dati disponibili (relativi al triennio 2012-2014) e fornendo per la prima volta lo spacchettamento per alcune tipologie di attività e reddito.

Proprio nel 2014 il tax gap, ossia la differenza tra le imposte che si dovrebbero pagare e quelle effettivamente pagate, si è allargato ulteriormente a 111,6 miliardi di euro da 108 miliardi del 2012. Nello stesso anno il tax gap risulta altissimo per l’Irpef del lavoro autonomo e d’impresa, attestandosi al 59%, mentre per il lavoro dipendente al 4% e per l’Iva al 30%.

La propensione all’evasione è così salita nel triennio in questione dal 23,6% al 24,8%. “I settori dove maggiore è l’evasione sono i settori a più bassa crescita di produttività”, sottolinea Giovannini, spiegando che “l’Italia soffre di un problema di crescita della produttività da molti anni ed è evidente che nel momento in cui una impresa riesce ad andare avanti semplicemente attraverso l’evasione, ha molti meno incentivi a trovare una struttura più efficiente, ad investire, innovare, quindi l’evasione ha un ruolo molto importante in un generale grado di arretratezza del sistema economico”.

Dopo il settore dei servizi alle famiglie – col nero nel domestico a più di 8 miliardi di euro l’anno, secondo le stime dell’associazione di categoria Domina – il sommerso è al 26% nel commercio, pubblici esercizi, alloggio, quindi al 24% nelle costruzioni, al 20% nei servizi alle imprese e al 15% nell’agricoltura, riferisce Giovannini alla Bicamerale.

Contro un fenomeno così rilevante il nodo è quello delle risorse per il contrasto. Per quanto l’ex ministro del Lavoro nel governo Letta nella lotta all’evasione “viene fatto tantissimo ma ci sono anche dei limiti fisici dovuti alle risorse disponibili”: “circa 200 mila soggetti sono verificati annualmente rispetto a quattro milioni di imprese” e ciò “mostra che c’è un limite fisico alla possibilità di indagini in loco”.

Giovannini ha quindi spiegato che “la nuova agenzia per le attività ispettive ha messo insieme la parte Inps, Inail e Ministero del Lavoro” e inoltre “ci sono molti altri soggetti che fanno ispezione, dunque c’è una possibilità di aumentare ulteriormente la efficienza nell’integrazione delle banche dati tra soggetti non statali e soggetti statali che potrebbe aiutare a fare una migliore attività di contrasto” all’evasione.

(di Alfonso Abagnale/ANSA)

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