Alitalia: corsa contro il tempo, i vertici da Gentiloni

Un aereo Alitalia in pista ripreso da prua.
Un aereo Alitalia in pista ripreso da prua.

ROMA. – Sempre più delicata la situazione ad Alitalia. In un vertice a sorpresa a Palazzo Chigi, il premier Paolo Gentiloni, insieme ai ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio, dell’Economia Pier Carlo Padoan e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ha incontrato il presidente designato di Alitalia Luigi Gubitosi, il presidente uscente Luca Cordero di Montezemolo e gli azionisti. Una riunione che è servita ai vertici della compagnia per fare il punto sull’attuazione del piano di rilancio.

Da quanto si apprende da fonti di governo, la riunione è stata convocata dal premier Gentiloni e nel corso dell’incontro gli azionisti hanno confermato la propria volontà a sostenere il rilancio. Ma il tempo stringe e cruciale sarebbe il superamento dello scoglio della trattativa con i sindacati su tagli ed esuberi.

Alitalia avrebbe in cassa liquidità ancora per un mese. Da valutare, inoltre, il possibile ruolo del Governo: da quello di ‘facilitatore’ nel tavolo sindacato-azienda ad uno più attivo che potrebbe vedere coinvolta Cassa Depositi e Prestiti come ‘garante’ dei 200 milioni che mancano (altri 200 li metterebbe Etihad) per il cosiddetto contingent equity. Interpellato sulla vicenda l’a.d. di Cdp, Fabio Gallia, ha detto che “sono giornate importanti. Non commentiamo su situazioni specifiche”.

Intanto è proseguito al Mise il confronto tra azienda e sindacati ma ancora “nessun passo avanti verso un ipotetico accordo”, affermano i rappresentanti dei lavoratori. “E’ ormai definitivo il giudizio sul piano industriale, ridotto a essenziali elementi, privi di criteri di sviluppo ma utile solo al vero piano che tiene insieme gli azionisti, rappresentato dal taglio dei costi tra occupazione e salari”, ha detto il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo.

Secondo il quale “il taglio occupazionale di 2.037 persone resta ancora tale ed il numero delle attività terziarizzate non prevede al momento, fatta salva una parte della manutenzione, alcun passaggio di personale”. Inoltre, la metà dei dipendenti che Alitalia intende esternalizzare rischia di restare senza il posto di lavoro.

La compagnia ha infatti previsto il passaggio in continuità di lavoro soltanto per circa 400 delle 813 terziarizzazioni. Per il resto le attività verranno chiuse e il servizio fatto in outsorcing, ma i lavoratori verranno di fatto licenziati, sottolineano i sindacati.

A salvarsi sarebbe infatti solo la manutenzione, cioè i lavoratori di Maintenance: ci sarebbero dei contatti in corso con Atitech che dovrebbe rilevare tutta la manutenzione. Le circa 400 terziarizzazioni a rischio invece interessano 20 settori, tra cui finanza, personale e call center.

Nei prossimi giorni il confronto tra azienda e sindacati diventerà serrato, con una trattativa no stop dal 6 aprile per riuscire a chiudere entro il 13 e consentire agli azionisti di procedere con il finanziamento del piano.

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