G7, Franceschini: “Nel tempo delle paure la cultura è dialogo”

Il ministro della Cultura Italiano, Dario Franceshini, siede insieme aI colleghi delle altre nazioni durante la tavola rotonda a Palazzo Pitti a Firenze in occasione del G7 della Cultura, 30 Marzo 2017. ANSA/ MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
Il ministro della Cultura Italiano, Dario Franceshini, siede insieme aI colleghi delle altre nazioni durante la tavola rotonda a Palazzo Pitti a Firenze in occasione del G7 della Cultura, 30 Marzo 2017. ANSA/ MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

FIRENZE. – La cultura come ponte per il dialogo in una fase storica di paure che si diffondono per gli effetti della globalizzazione, del movimento epocale di migranti, di nuovi equilibri tra aree di influenza economica, politica e sociale. Dal G7 di Firenze, il primo dedicato in esclusiva alla cultura, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, ha ragionato su una visione ampia della tutela del giacimento di beni architettonici, artistici, archeologici anche come strumento di relazione tra i popoli e per conservare anche “la leadership non solo con la forza economica ma anche con l’apertura e il dialogo”.

“In questo nostro tempo attraversato da grandi paure provocate dalla globalizzazione, che ha generato la paura del diverso, del fenomeno migratorio, i Paesi del G7 hanno individuato la cultura come strumento di dialogo per costruire percorsi comuni e come strumento del dialogo”, ha detto il ministro sottolineando l’importanza del G7 che si è svolto nel capoluogo toscano.

“Il fatto che per la prima volta ci sia stato un G7 della Cultura in sé è un fatto molto importante – ha aggiunto Franceschini -. Si è fatto un lavoro di diverse settimane e la congiunta ‘Dichiarazione di Firenze’ firmata ieri a Palazzo Pitti introduce elementi importanti per la tutela del patrimonio”.

Nella ‘Dichiarazione di Firenze’, ha poi ricordato, è stata avanzata la proposta di “tenere ogni anno tra i G7 tematici anche quello permanente della cultura, non solo per verificare l’attuazione degli impegni presi ma anche per porre nuovi temi”.

Tutela del patrimonio, azioni contro il traffico e il saccheggio delle opere d’arte i cui proventi spesso sono rivolti al finanziamento del terrorismo e della criminalità organizzata, l’azione dei caschi blu della cultura, che – ha detto il ministro – “stanno già operando in Iraq. Ma per altre aree, come Palmira, bisogna aspettare situazioni di sicurezza”.

Sono questi i temi principali su cui sono concentrati i lavori dei ministri della Cultura del G7. Il confronto tra intellettuali provenienti dai paesi del G7 ha impegnato la seconda e ultima giornata del summit. Per Simon Brault, direttore e Ceo del Canada Council of Arts “la cultura è centrale per il nostro futuro, è un’àncora di salvezza, sempre. Come diceva Cesare Pavese l’arte è la prova che la vita non basta.

L’arte oggi deve diventare la vera prova che la tecnologia non basta. Il sostegno alle arti e al patrimonio culturale deve essere un progetto della società difeso da tutti i cittadini”. Il tema della comunicazione e delle nuove tecnologie è stato affrontato dal presidente del Centre Pompidou di Parigi, Serge Lasvignes, secondo cui la cultura può essere non solo “uno strumento di dialogo” ma anche “un lievito di odio tra i popoli, generando conflitti che si possono basare sulle differenze di costumi, di stili, di religioni”. E’ quindi importante verificare, ha aggiunto, “la comunicazione culturale su internet, che non arriva da sola, ma deve essere costruita, altrimenti si arriva alla post verità”.

(di Daniela Grondona/ANSA)

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