Tillerson alla Nato, scontro con gli alleati sul budget

BRUXELLES. – E’ scontro fra Stati Uniti e gli alleati europei sulle spese per la difesa e la Nato. Con il ministro degli Esteri tedesco, Sigmar Gabriel, che definisce “irrealistico” e “assurdo” pensare che la Germania possa spendere 70 miliardi di euro l’anno per il budget militare. “Non saprei nemmeno dove mettere tutte le portaerei che ci compreremmo…” è stata la replica alle richieste di Donald Trump dopo una ministeriale esteri in cui il nuovo segretario di stato Rex Tillerson ha fatto il suo esordio nell’Alleanza Atlantica.

Rispetto al capo del Pentagono, James Mattys, che a febbraio mandò in fibrillazione gli europei ventilando che gli Usa avrebbero “moderato” l’impegno nella Nato se gli Alleati non si fossero adeguati, Tillerson è stato rassicurante e non ha lanciato velate minacce. Anzi, l’ex capo delle operazioni di Exxon-Mobil in Russia, si è allineato alla narrativa dell’ Alleanza su Mosca ed ha parlato di “aggressione della Russia” in Ucraina e Crimea, sottolineando che gli americani stanno schierando un battaglione in Polonia.

Poi ha sostenuto che Trump (che in campagna elettorale definiva “obsoleta” la Nato) ora “sostiene pienamente” l’Alleanza e considera “una minaccia a uno degli alleati come una minaccia contro tutti noi”.

Tuttavia, in una riunione destinata essenzialmente a preparare la strada al vertice straordinario con Trump del 25 maggio a Bruxelles, Tillerson è tornato a martellare sulla richiesta che tutti gli Alleati aumentino le spese della Difesa al 2% del Pil entro il 2024 come promesso in Galles tre anni fa.

Soprattutto ha chiesto che gli Alleati arrivino al vertice straordinario di Bruxelles con l’intenzione di dire ‘sì’ alla richiesta di presentare “entro l’anno” piani “dettagliati” in cui vengano descritti modalità e tempi precisi per raggiungere l’obiettivo.

Gabriel ha confermato che la Germania aumenta le spese (“già del 13,8%, aumenteremo di un ulteriore 7,9%”) ma ha sottolineato che “è sbagliato” misurare l’impegno per la sicurezza solo in termini di quattrini: “Aumentare le spese militari non funziona affatto se in parallelo si tagliano le spese per la prevenzione delle crisi, l’aiuto umanitario o gli aiuti alimentari”.

Il socialdemocratico tedesco ha rimarcato anche che la Germania spende molto per i rifugiati che “fuggono da paesi in cui gli interventi militari hanno fallito”. E ha sottolineato che “i vicini” della Germania “non sarebbero felici all’idea di avere in mezzo all’Europa non solo un paese forte economicamente ma anche con un’incredibile forza militare”.

In sostanza, la Germania vuole criteri diversi di valutazione. Obiezioni simili anche dalla Francia. E per l’Italia, Alfano si è detto sì “favorevole all’incremento” purché “tenga conto delle regole del Patto di stabilità” europeo e degli sforzi che il nostro paese fa nel Mediterraneo. Che sono a fini umanitari, ma comportano anche controlli per la sicurezza.

Ed il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, pur allineato sulle posizioni Usa (“è un accordo preso da tutti”) ha concesso che i “piani” richiesti da Washington potranno essere “diversi” tenendo conto delle specificità dei singoli paesi europei. Ma ha anche puntualizzato che “l’impegno a spendere lo 0,7% del Pil in aiuti allo sviluppo” è una cosa, quello al 2% per la difesa un’altra.

(di Marco Galdi/ANSA)

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