Venezuela, la Corte fa marcia indietro e restituisce al Parlamento i suoi poteri

CARACAS – Un giro di 180 gradi. La Corte, con una decisione inattesa, torna sui suoi passi e cancella le sentenze 155 e 156 che esautoravano il Parlamento, permettevano alla Corte stessa di usurparne i poteri sostituendosi ad esso e conferivano al presidente della repubblica, Nicolas Maduro, pieni poteri.
La “Sala Costitrucional” del Tribunale Supremo di Giustizia ha reso noto che dopo aver analizzato attentamente i due polemici articoli, decideva di abolirli. Nel portale della Corte sono state pubblicate le sentenze 157 e 158. La prima si riferisce all’immunità parlamentare, che era stata cancellata violentando la Costituzione, e ai poteri “quasi dittatoriali” che si concedevano al capo dello Stato. Poteri che permettevano prendere provvedimenti di carattere civile, economico, militare, penale, amministrativo politico e sociale a difesa del bene comune e la pace nel Paese. L’altra, in cambio, con la giustificazione che il Parlamento era “ribellione”, “disobbedienza” e “indisciplina”, sospendeva le funzioni dell’Assemblea, senza abolirla, e stabiliva che fosse la Corte stessa ad assumere il ruolo che solo compete al Parlamento, giacché potere eletto dai cittadini attraverso il suffragio universale.
La decisione del Tribunale Supremo di Giustizia, comunque, lascia inalterati tutti le altre disposizioni. E cioè, l’Esecutivo potrà ancora costituire imprese miste senza l’autorizzazione del Parlamento, come stabilisce la Costituzione, e qualora lo dovesse considerare opportuno, potrà riformare la Legge sugli Idrocarburi.

Lascia un commento