Trump: conto alla rovescia su Gorsuch, democratici all’attacco

Gorsuch e Trump
Gorsuch e Trump

WASHINGTON. – Oltre la lotta all’ultimo voto. Sulla conferma della nomina di Neil Gorsuch, il giudice indicato da Donald Trump per la corte suprema, si consuma in queste ore a Capitol Hill un vero e proprio showdown che vede protagonisti i democratici, determinati a fare muro (in aula, ma diretto contro il presidente e la Casa Bianca, sull’altro capo di Pennsylvania Avenue) esercitando così di fatto per la prima volta tutto il loro potenziale da opposizione al Senato.

Oltre 40 senatori hanno infatti già dichiarato che voteranno ‘no’ a Gorsuch, innescando così la reazione estrema dei repubblicani che, come preannunciato, ricorreranno a quella che definiscono l”opzione nucleare’. Ovvero il tutto e per tutto.

In questo caso vuol dire cambiare le regole in corso d’opera, consentendo che il giudice scelto da Trump per la massima corte venga confermato con la maggioranza semplice di 51 voti su 100, invece degli almeno 60 voti favorevoli richiesti con le norme in vigore.

Il voto -non vincolante- della commissione Giustizia al Senato è stato quindi il preludio della battaglia che si prospetta durissima quando l’aula sarà chiamata ad esprimersi definitivamente venerdì, con i senatori andati ad ingrossare le file del No uno ad uno, “perché il giudice Gorsuch nella sua audizione in Commissione non ha convinto o fugato tutti i dubbi di parzialità”.

Del resto già in apertura di audizione i democratici non avevano mancato di sottolineare il loro disappunto per il rifiuto da parte dei repubblicani di considerare la nomina avanzata da Barack Obama (il giudice Merrick Garland) dopo la scomparsa lo scorso anno del giudice Antonin Scalia.

La battaglia era stata preannunciata dal leader della minoranza al Senato Chuck Schumer che nei giorni scorsi aveva gia’ promesso ostruzionismo. Ed è una battaglia politica che Trump e i suoi (ancor più dei repubblicani al Congresso) non possono permettersi di perdere. Sarebbe un doppio schiaffo dopo il tentativo di passare la legge sulla Sanità per revocare e sostituire Obamacare fallito per via della frangia conservatrice all’interno del Grand Old Party.

I repubblicani quindi partono da qui, in svantaggio, quantomeno in termini di clima e ‘reputazione’. Ed è in questo ‘disagio’ che i democratici trovano lo spazio per rafforzare -e di fatto esercitare per la prima volta dall’inizio della legislatura- la loro opposizione.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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