Pd: Orlando riconosce la vittoria di Renzi. Ora sfida alle primarie

Orlando, Renzi, Emiliano.
Orlando, Renzi, Emiliano.

ROMA. – I dati ufficiali arriveranno solo domani ma, il giorno dopo la fine del voto tra gli iscritti, Andrea Orlando depone l’ascia di guerra e riconosce la vittoria di Matteo Renzi rinviando alla vera sfida delle primarie del 30 aprile. Battaglia che chiamerà al voto anche chi non è iscritto al Pd e se i supporters del Guardasigilli sperano nel voto dei fuoriusciti Mdp, Michele Emiliano guarda anche al voto dei grillini.

“Ora spingeremo ancora più di prima” assicura l’ex premier che chiede di “non sporcare con le polemiche del giorno dopo” una competizione che ha chiamato al voto 266.979 iscritti. La corsa verso i gazebo culminerà il 26 aprile con il confronto tv su Sky, l’unico per ora certo anche se Orlando chiede ai rivali di farne uno ogni settimana.

Il grande tema, oltre al vincitore, sarà quanti parteciperanno alle primarie per verificare se il Pd, dopo la sconfitta al referendum, ha ancora appeal tra gli elettori. Se non si ferma “la scissione silenziosa”, sostiene il sindaco di Bologna Virginio Merola che sta con il ministro della Giustizia, quella di Renzi rischia di essere “una vittoria di Pirro”.

Disaffezione negata dalla mozione Renzi che in base ai dati quasi definitivi parla di un’affluenza pari 59,4% rispetto ai 449.434 iscritti con il picco in Puglia, seguita dal Lazio e dalla Liguria mentre è bassa la partecipazione in Trentino Alto-Adige, con il 38,48% e in Sardegna, penultima con il 40,23%.

L’ex segretario, che spera di tornare in sella, definisce “impressionante” la vittoria al 68 per cento, invitando a “Non sporcare questa prova di democrazia con le polemiche del giorno dopo”. Ma anche chi segue si sente ancora in partita. “La partita è aperta – si dice certo Orlando – tenendo presente che la mia candidatura è arrivata nelle ultime ore utili con il 90% del gruppo dirigente schierato con Renzi e con una partecipazione che non è stata eccezionale”.

Non si scoraggia neanche il governatore pugliese nonostante la tegola cadutagli addosso dal Csm per la sua candidatura alla segreteria Pd. “Per noi l’8% è un successo perché è fatto da persone che quando si sono iscritte al Pd non sapevano della candidatura di Emiliano e quando Emiliano si è candidato hanno chiuso le iscrizioni”, è l’analisi del braccio destro del governatore Francesco Boccia.

Ora bisognerà vedere su che temi gli sfidanti incalzeranno il vincitore in pectore: se sulla legge elettorale chiedendo a Renzi di uscire allo scoperto sulle alleanze, come chiedono i sostenitori di Emiliano, oppure sulle scelte economiche con una maggiore attenzione alle politiche sociali. Un assaggio della sfida si avrà domani all’assemblea dei deputati per un confronto sul Def con il ministro Pier Carlo Padoan.

Non ha invece più dubbi sulla strada intrapresa dall’ex premier Massimo D’Alema: “Ho visto oggi sui giornali un appello di Cuffaro per un’alleanza con il Pd in Sicilia. La prospettiva del Pd di Renzi è quella di un’alleanza con Forza Italia”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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