Corruzione, un fenomeno che non conosce crisi

ROMA. – La corruzione in Italia è un business che non conosce crisi, ma misurarla non è facile. Alcune organizzazioni internazionali ci stanno provando, ma proprio la natura sotterranea della corruzione rende difficile una stima e soprattutto una valutazione sul trend, di aumento o di diminuzione, del fenomeno. Ma è un dato di fatto che la cronaca riproponga con estrema frequenza inchieste su tangenti, appalti e favori.

GDF, TRIPLICATI APPALTI IRREGOLARI – Il Rapporto Annuale 2016 della Guardia di Finanza segnala che lo scorso anno sono stati denunciati per reati contro al pubblica amministrazione 4.031 persone: il 56% per abuso d’ufficio, il 21% per peculato e il 23% per corruzione e concussione. Più che triplicati gli appalti pubblici irregolari: se nel 2015 l’asticella si fermava a un miliardo, nel 2016 ci sono state concessioni anomale ad aziende per 3,4 miliardi di euro, con 1.866 soggetti denunciati, 140 dei quali arrestati. In tutto sono andati sprecati per gestione illecita di fondi pubblici 5,3 miliardi di euro. Solo in ambito previdenziale e sanitario sono state individuate truffe per 158 milioni di euro, con 8.926 persone denunciate, di cui 87 tratte in arresto. E il buco prodotto da chi ha percepito o richiesto illegittimamente finanziamenti pubblici, comunitari e nazionali, supera i 775 milioni di euro.

ANAC, MIGLIAIA DI PROCEDIMENTI DI VIGILANZA – L’Autorità nazionale anticorruzione sta provando a mettere a punto degli indici per misurare la corruzione. Ma soprattutto sta operando sulla prevenzione per aggredire a monte il fenomeno. La relazione annuale presentata a luglio dello scorso anno sull’attività di quello precedente riferisce che le segnalazioni di anomalie sugli appalti sono passate da circa 1.200 nel 2014 a quasi 3.000 nel 2015: quasi un raddoppio, che ha generato l’apertura di circa 1.880 fascicoli. Il totale dei procedimenti di vigilanza avviati supera quota 6.300.

TRANSPARENCY, ITALIA 60/MA – Ogni anno l’organizzazione pubblica un rapporto sulla percezione della corruzione misurato su 176 paesi. L’ultimo, uscito a gennaio, vede l’Italia risalire al 60/mo posto, terzultima nella classifica Ue, dove ci ‘battono’ solo Grecia e Bulgaria. Davanti all’Italia, e di molto, non solo la Svezia, la Germania, l’Austria, ma anche la Spagna, la Polonia, la Croazia. In un anno è stata scalata una posizione nella classifica mondiale. Il report dà atto dei progressi in atto sul piano repressivo, legislativo e della prevenzione, ma ammette che molto c’è ancora da fare.

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