Chape-Atletico, si gioca la finale che non c’è mai stata

Il Chapecoense Rossi celebra dopo aver segnato un gol in Coppa Libertadores contro il Lanus. 16 March 2017. EPA/Fernando Bizerra Jr. EPA/Fernando Bizerra Jr.
Il Chapecoense Rossi celebra dopo aver segnato un gol in Coppa Libertadores contro il Lanus. 16 March 2017. EPA/Fernando Bizerra Jr. EPA/Fernando Bizerra Jr.

ROMA. – In Brasile la chiamano “la finale che non c’è più stata” e da qualche giorno non si parla d’altro. Domani si gioca infatti la sfida di andata della Supercoppa del Sudamerica tra Chapecoense e Atletico Nacional di Medellin. Sono le due squadre il 30 novembre scorso avrebbero dovuto affrontarsi per la Coppa Sudamericana, equivalente Conmebol dell’Europa League, ma quella partita non venne mai disputata per la terribile tragedia che cancellò il team dello stato brasiliano di Santa Catarina, quella ‘Chape’ ora diventata la seconda squadra del cuore di ogni torcida.

Ci furono 71 morti, fra i quali 19 calciatori della squadra biancoverde, staff tecnico e dirigenti. La notte dopo 40mila persone, giocatori dell’Atletico compreso, riempirono lo stadio di Medellin per una commemorazione funebre al lume di tante candele quanti erano gli spettatori. Poi l’Atletico, già campione del Sudamerica avendo vinto la Libertadores, chiese che l’altra Coppa venisse assegnata alla Chapecoense, e la Conmebol non si fece ripetere la richiesta.

Ora c’è in palio quest’altro titolo, e la finale questa volta si gioca, in un clima mai visto prima: i notiziari dei principali network brasiliani sottolineano che si tratta “dell’incontro tra gli avversari più uniti di ogni tempo”. Chapecò ha riservato un’accoglienza trionfale alla comitiva dell’Atletico, con sirene e getti d’acqua ‘celebrativi’ dei pompieri, che scorteranno la squadra rivale anche allo stadio, sbandieratori, medaglie consegnate a ogni calciatore dal sindaco della città catarinense e centinaia di tifosi ad accompagnare la squadra colombiana durante il tragitto verso l’albergo. Altrettanti erano ad attendere l’arrivo dei giocatori in hotel.

Un affetto incredibile testimoniato anche da striscioni e cartelli con le scritte del tipo “grazie colombiani, saremo eternamente fratelli”, “Atletico Nacional, campione del mondo di rispetto e solidarietà”, “Quando un fratello viene a visitarci, la città si riempie d’emozione”, “Chape e Atletico, nessuno ci separerà mai”. Applausi e abbracci sono stati riservati anche ai circa cinquecento tifosi al seguito della squadra.

Questo è il clima in cui si giocherà domani “la finale che non c’è più stata”, prima della quale sono previsti in città e allo stadio Arena Condè sei diversi eventi: ad alcuni dei quali saranno presenti anche i tre calciatori superstiti della tragedia aerea, Alan Ruschel, Neto e Follmann, il portiere al quale è stata amputata una gamba e che ha giurato a se stesso di diventare atleta paralimpico.

La Chapecoense arriva a questa partita della fratellanza dopo 5 vittorie consecutive nel torneo ‘estadual’, l’Atletico è al comando del campionato colombiano: ma mai come questa volta il risultato conterà relativamente.