Svolta di Trump in Siria, un monito al mondo intero

Donald Trump parla ai giornalisti a bordo dell'Air Force One con Guerre Stellari alle spalle. (ANSA/AP Photo/Alex Brandon)
Donald Trump parla ai giornalisti a bordo dell’Air Force One con Guerre Stellari alle spalle. (ANSA/AP Photo/Alex Brandon)

NEW YORK. – “Dio benedica l’America e il mondo intero”. La formula usata dal presidente Donald Trump al termine della breve dichiarazione in cui informa gli americani dell’attacco sferrato in Siria è insolita. E forse nasconde un avvertimento, questo sì, all’intero globo: gli Stati Uniti, di fronte alla barbarie e soprattutto di fronte alle minacce alla propria sicurezza nazionale, non resteranno più fermi a guardare. Perché l’era Obama è finita.

La prima azione militare direttamente ordinata dal tycoon, senza alcuna autorizzazione del Congresso, rappresenta una vera e propria svolta. Uno strappo con la strategia del suo predecessore alla Casa Bianca, più volte descritto come un “guerriero riluttante”. Trump mostra invece i muscoli.

E colpendo Assad non solo sfida la Russia di Vladimir Putin, ma manda un chiaro e potente messaggio anche alla Corea del Nord e alla Cina, quest’ultima accusata di non fare abbastanza per fermare le provocazioni del regime di Kim Jong-un. E l’ipotesi di raid aerei contro obiettivi del governo di Pyongyang è già sulla scrivania dello Studio ovale.

Si cala dunque nei panni dell’uomo forte Trump, e non ha timore di farlo mentre nella sua sontuosa dimora di Mar-a-Lago, in Florida, riceve il leader cinese Xi Jinping. L’obiettivo colpito in Siria – dalle prime informazioni – è molto limitato. Ma quel che conta è far sapere al mondo che gli Usa sono pronti a intervenire militarmente con grande rapidità, e anche con brevissimo preavviso. Un metodo lontano anni luce – sottolinea il New York Times – dalla cautela usata da Obama prima di colpire qualunque tipo di bersaglio.

Certo, il presidente americano dovrà fare i conti ora con le reazioni: da Mosca innanzitutto, ma anche da Pechino. E dovrà fare i conti con in rischi elevatissimi di scatenare una guerra dalle conseguenze imprevedibili. Soprattutto se alla prova di forza di queste ore non seguirà un serio sforzo diplomatico per tentare di arrivare davvero ad una soluzione politica della crisi siriana, al Palazzo di vetro dell’Onu o altrove.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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