Mattarella da Putin: “Russia da non isolare, serve dialogo”

ROMA. – Dialogo a tutto campo con la Russia di Putin che non deve essere isolata, ma piuttosto maggiormente coinvolta nella ricerca negoziale di soluzioni nei teatri di crisi. Sergio Mattarella atterrerà a Mosca – in una fase internazionale delicatissima, nel bel mezzo di un nuovo gelo nei rapporti russo-americani – con questa convinzione per una visita, spiegano al Quirinale, “particolarmente delicata”.

Una missione che avrà inevitabilmente dossier riservati e si concentrerà sulla ricerca di un abbassamento delle tensioni. La prima peraltro di un presidente occidentale dopo l’attentato di san Pietroburgo e l’attacco missilistico americano.

La Russia di Putin sembra oggi essere al centro di tutto, dalle tensioni interne per i diritti civili ai venti di guerra che dalla Siria richiamano fantasmi mai dimenticati della guerra fredda. Vittima del terrorismo islamico che cresce all’interno dei sui immensi confini, la Russia in queste settimane deve fare i conti anche con l’America di Trump, difficile da decifrare anche per l’esperto Vladimir Putin.

Se a Mosca si fa la voce grossa per l’attacco missilistico di questa notte parlando di “aggressione” a un Paese alleato, la lettura degli esperti è decisamente più politica: Trump è in difficoltà, sotto pressione, vuole mostrarsi diverso da Obama, più risoluto e deve addormentare i tanti problemi di politica interna, per cui la Russia, questa volta, pazienterà.

Forte di questa analisi Mattarella potrà incontrare con una certa serenità Putin, nonostante la presa di posizione del Governo italiano sul bombardamento americano sia stata di inequivoco supporto all’alleato transatlantico. Naturalmente le conversazioni che il presidente avrà prima con il premier Dmitrij Medvedev e poi con Vladimir Putin al Cremlino affronteranno il dossier siriano con tutte le implicazioni regionali della crisi.

Ma il capo dello Stato esporrà alle autorità russe il “fortissimo interesse” dell’Italia alla stabilizzazione della Libia. Nel Paese africano il processo negoziale di riconciliazione avviato dalle Nazioni Unite con l’accordo di Skhirat stenta a consolidarsi, per il persistere della conflittualità interna e la crescente rivalità tra le principali componenti in campo. E anche fonti di intelligence osservano preoccupate il mancato controllo del territorio che può portare ad un ulteriore aumento dei flussi verso l’Italia.

Anche in Libia la Russia è da tempo uno degli attori forti. Sebbene sponsorizzi il generale Khalifa Belqasim Haftar, avversario del premier Fayez al Serraj, con il quale l’Italia ha firmato un accordo, in quanto unico governo riconosciuto dall’Onu. Ecco perché il dialogo tra l’Italia e la Russia prosegue a tutto campo, in linea con posizioni molto chiare, in qualche modo pionieristiche nel campo occidentale: posizioni che già dal 2014 predicavano “fermezza ma tanto dialogo”.

Grande attenzione alla Russia, quindi, come conferma la raffica di visite di altissimo livello di queste settimane. Ha aperto la strada il ministro degli esteri Angelino Alfano, seguito da quello degli Interni Marco Minniti. Quindi da lunedì a mercoledì prossimo, il presidente della Repubblica per poi lasciare spazio alla visita del premier Paolo Gentiloni a maggio.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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