Yarrington, l’ex governatore in combutta con i narcos

CITTA’ DEL MESSICO. – Tomas Yarrington, l’ex governatore messicano arrestato a Firenze, è uno dei più noti dirigenti regionali del Partito Rivoluzionario Istituzionale-Pri, lo stesso del presidente Enrique Peña Nieto, che è finito nei guai con la giustizia per i suoi presunti rapporti con i potenti e sanguinari cartelli del narcotraffico.

Ironicamente, Yarrington, 60 anni, fa parte di una generazione di dirigenti del Pri presentati dallo stesso Peña Nieto come rappresentanti del rinnovamento morale del suo partito dopo la sua elezione nel 2012, che ha segnato il ritorno al potere del suo gruppo politico, lo stesso che ha governato ininterrottamente il Messico dal 1929 al 2000.

Yarrington è stato accusato di mantenere rapporti con le due principali bande di narcos nello stato di Tamaulipas, nell’estremo nordorientale del Messico, sul confine con il Texas: il cartello del Golfo e Los Zetas, due gruppi nati dalla stessa costola, poi diventati rivali e ora alla ricerca di nuovi equilibri.

L’ex governatore era considerato un dirigente di rilievo nell’apparato del Pri. Fu perfino uno dei pre-candidati del partito per le elezioni presidenziali del 2006. Secondo le rivelazioni di vari pentiti, avrebbe ricevuto ingenti finanziamenti per la sua campagna elettorale dall’allora boss del cartello del Golfo, Osiel Cardenas.

Nel 2012, un informatore dell’agenzia antidroga americana Dea lo accusò di ricevere soldi dai cartelli per garantire loro l’ impunità. Il denaro sarebbe stato poi riciclato in speculazioni immobiliari. Yarrington è stato anche accusato di essere stato il mandante dell’uccisione di Rodolfo Torres Cantù, candidato avversario nelle elezioni per la carica di governatore di Tamaulipas nel 2012.

Dopo il suo arresto, restano ancora latitanti due ex governatori del Pri: Javier Duarte, ex governatore di Veracruz, di cui si sono perse le tracce dallo scorso ottobre, e Cesar Duarte (nessun legame di parentela con il suo collega di Veracruz), ex governatore di Chihuahua, che sarebbe fuggito negli Usa nel marzo dell’anno scorso. Su ambedue pende un mandato di cattura internazionale emesso dall’ Interpol.