Il killer di Stoccolma: “Ho agito su ordine dell’Isis”

Svedesi in Sergels Torg, piazza centrale a Stoccolma, in ricordo dei morti nell'attentato. 07 Aprile 2017. EPA/MAJA SUSLIN SWEDEN OUT
Svedesi in Sergels Torg, piazza centrale a Stoccolma, in ricordo dei morti nell’attentato. 07 Aprile 2017. EPA/MAJA SUSLIN SWEDEN OUT

ROMA. – “Ho fatto ciò che avevo deciso, ho vendicato le bombe lanciate sull’Isis, ho eseguito ordini arrivati direttamente dallo Stato Islamico”. Lo ha detto agli inquirenti Rakhmat Akilov, il 39enne uzbeko arrestato poche ore dopo il sanguinoso attentato compiuto venerdì con un camion lanciato sulla folla nel centro di Stoccolma.

Indiscrezioni dei media sulle quali la polizia per ora tace, anche se il tribunale distrettuale svedese ha confermato l’identità dell’uomo e il fatto che è “collegato all’incidente di Drottninggaten”, la via dello shopping per eccellenza della capitale dove Akilov avrebbe anche compiuto un sopralluogo per essere certo di non fallire.

Le dichiarazioni del killer, pur se non ancora ufficialmente incriminato, continuano a rimbalzare su media e social e contribuiscono ad alzare il livello di allerta dei servizi segreti. E non solo per il monitoraggio dell’estremismo islamico jihadista. Secondo il responsabile dell’intelligence Anders Thornberg esiste il rischio concreto che organizzazioni di estrema destra stiano progettando azioni di vendetta.

“Le cose sono in evoluzione. Si parla esplicitamente di farsi giustizia da soli – ha detto Thornberg – Molti sono arrabbiati. Vendetta e violenza sono termini che sentiamo ripetere in continuazione”.

Oggi però, dopo la conferma di un secondo fermo e il rilascio di 4 sospettati, è stato soprattutto il giorno delle lacrime. Un minuto di silenzio ha coinvolto centinaia di persone, i reali, il primo ministro Stefan Lofven. I cittadini si sono radunati in prossimità dell’area pedonale devastata dall’attentato di venerdì, la famiglia reale, il premier, i politici svedesi e del corpo diplomatico nel parco del municipio di Stoccolma per una cerimonia solenne.

“Sappiate che non siete soli, l’intera Svezia è accanto a voi”, ha detto Lofven rivolgendosi ai familiari delle quattro vittime (due svedesi, un britannico e un belga) e dei 15 feriti. “Il nostro pensiero è sempre con voi e vi accompagna – ha aggiunto – E sappiate che non ci arrenderemo mai alla violenza, non lasceremo che il terrorismo vinca”.

Gli ha fatto eco la sindaca di Stoccolma, Karin Wanngard. “Questa città – ha dichiarato con forza – rimarrà ciò che è stata finora, una città aperta e tollerante”.

Per domani sono attese novità da parte degli inquirenti. Secondo i media, si sapranno i capi d’imputazione della probabile incriminazione di Akilov. Ma per portare a termine l’inchiesta, ha avvertito il capo della polizia Dan Eliasson, ci potrebbe volere “un anno”.

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