Cassimatis riammessa a Genova: “Ho vinto”. M5s nel caos

Cassimatis
Marika Cassimatis

GENOVA. – Marika Cassimatis canta vittoria, si considera la candidata del M5S a Genova dopo aver incassato il pronunciamento a suo favore del tribunale. Ma Grillo non vuol fare marcia indietro: la Cassimatis “non è né sarà candidata con il MoVimento 5 Stelle a Genova alle elezioni dell’11 giugno”, sentenzia il blog. Parole molto nette che lacerano il silenzio dei vertici e del diretto avversario di Cassimatis, Luca Pirondini, il quale non si è presentato nemmeno ad un confronto di una tv locale fra candidati sindaci.

La notizia arriva di prima mattina. Il giudice Roberto Braccialini fa sapere di avere accolto in toto il ricorso di Cassimatis, sospendendo l’esclusione della sua lista e anche il successivo ripescaggio di Pirondini. “Abbiamo vinto su una questione di diritto, ora c’è grande entusiasmo. Sono il candidato sindaco”, esulta la candidata ripescata, che per tutta la mattina è impegnata a insegnare nelle sue classi a scuola, come se fosse una giornata di assoluta normalità.

“Il tribunale ha parlato e ha detto che il ‘fidatevi di me’ che Grillo ha usato per dire che non ero candidabile non ha valore giuridico”, commenta Cassimatis riferendosi a quanto scritto dal giudice nella sua ordinanza e cioè che “nonostante non sia particolarmente agevole ricostruire le regole organizzative del movimento e l’istanza dirigista riconosciuta a Grillo, quest’ultimo non ha un potere di intervento nel procedimento di selezione delle candidature”.

Nel pomeriggio la candidata incontra i giornalisti: fa aperture al movimento chiede un incontro a Grillo e ventila “soluzioni amichevoli” che, però, non prevedono la coabitazione di due candidati del M5S. Ma la porta è subito dopo sbattuta col post del blog di Grillo, secondo il quale la sentenza non sostiene che “Cassimatis è la candidata sindaco del MoVimento 5 Stelle, come lei ha affermato”.

Ora i tempi stringono. Il 12 maggio scade il termine per la presentazione delle liste. Grillo deve decidere rapidamente che cosa fare. La strada del ricorso è aperta (il tribunale ha fatto sapere che sarebbe esaminato con la “massima tempestività”), ma c’è anche l’ipotesi che Grillo vieti alla candidata di usare il simbolo dei cinque stelle, del quale è lui il detentore.

(di Danila Clegg/ANSA)

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