Mattarella da Putin: “Ripartiamo con dialogo e business”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della deposizione di una corona al Milite Ignoto a Mosca, 11 marzo 2017. ANSA/Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della deposizione di una corona al Milite Ignoto a Mosca, 11 marzo 2017.
ANSA/Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica

MOSCA. – “Tra di noi non ci sono tattiche sotterranee o agende nascoste ma da tempo fiducia reciproca”. Ecco la frase di Sergio Mattarella che meglio sintetizza il clima dell’incontro con Vladimir Putin, il primo di un leader occidentale dopo l’attacco missilistico americano in Siria. Un colloquio a tutto campo che ha spaziato dalla crisi siriana a quella libica, senza dimenticare l’Ucraina e i difficili rapporti della Russia con l’Unione europea.

Una conversazione “franca e cordiale” con un “partner affidabile”, ha assicurato il presidente russo, a conferma che la posizione dialogante dell’Italia – “ponderata ed equilibrata”, l’ha definita – viene apprezzata da Mosca. E anche sul piano personale, assicurano fonti russe ed italiane, l’incontro ristretto seguito da colazione al Cremlino è stato un successo che ha permesso di creare un rapporto diretto che tanto peso ha per Putin.

“Gli interessi che uniscono Russia e Italia sono maggiori delle difficoltà e questo rapporto di fiducia ci consente di superare i problemi”, ha detto ancora Mattarella, che ha lanciato un appello a Mosca affinché “usi la sua influenza per fermare l’uso di armi chimiche in Siria”.

Il che, tradotto, significa un intervento diretto sul leader siriano Assad. Sul dossier siriano ovviamente le posizioni tra Italia e Russia restano distanti ma Putin ha confermato di voler usare “lo strumento della pazienza confidando in soluzioni negoziali”.

Che la Siria e i rapporti con la nuova amministrazione Trump siano al centro dei pensieri di Vladimir Putin lo conferma d’altra parte un fuori-programma che ha travolto il cerimoniale, lasciando perplesso anche lo stesso Mattarella.

Alla fine dei colloqui erano previste solo dichiarazioni alla stampa ma un giornalista russo ha preso la parola chiedendo delle armi chimiche. E Putin si è lanciato in una lunga e bellicosa dichiarazione tornando ad accusare gli Stati Uniti di essere alla base della nascita dell’Isis: “L’attacco in Siria ricorda gli eventi del 2003”, con la scoperta di “presunte armi chimiche” in Iraq e la successiva invasione che ha provocato “la distruzione del Paese e la conseguente nascita dello Stato Islamico”, ha detto chiedendo un accertamento internazionale delle responsabilità dell’uso di armi improprie.

Concetto sul quale con l’Italia c’è una vicinanza di posizioni: “L’uso di armi chimiche è inaccettabile” ma, ha precisato Mattarella, l’Italia è per “il principio dell’accertamento delle responsabilità”.

“Gran parte” del colloquio ristretto, hanno riferito fonti italiane, è stato dedicato alla Libia. Putin ha garantito all’Italia di parlare con tutti gli attori della crisi e di non appoggiare alcuna fazione e ha chiesto che questo metodo di più ampio coinvolgimento si possa intensificare sempre di più.

Un modo diplomatico di spiegare che Mosca non punta su un solo cavallo e che la soluzione della crisi non passa solo per il generale Haftar. “Haftar non è Assad”, è in sostanza la semplificazione colta in Italia ed è già una buona base per andare avanti nella ricerca di una soluzione che tanto interessa all’Italia.

Nel menù della giornata non poteva mancare l’Ucraina e le sanzioni contro la Russia. Tema per lo più sollevato da Mosca che ha molto insistito sul grave danno innescato negli scambi economici bilaterali. “L’interscambio tra Italia e Russia negli ultimi tre anni si è ridotto di 2,5 volte scendendo in tre anni da 54 a 20 miliardi di dollari”, ha osservato il premier Dimitri Medvedev incontrando poco prima Mattarella.

Ce n’è abbastanza per recuperare la Russia di Putin. “Collaboriamo così bene sui temi che riguardano il futuro che dobbiamo trovare il modo di lavorare bene anche sul presente”, ha detto Mattarella tirando le somme della giornata. E il 17 maggio a Mosca ci sarà anche il premier Paolo Gentiloni.

(dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)

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