M5S compatto con Grillo, ma il caso Genova fa da spartiacque

ROMA. – “Beppe Grillo è il garante, di lui ci fidiamo”. Il M5S non mostra alcuna crepa sul sostegno al suo capo politico all’indomani dell’accoglimento del ricorso di Marika Cassimatis a Genova. Sul caso, in realtà, il Movimento sceglie la strategia del silenzio assoluto rilanciando, al tempo stesso, la sua battaglia contro il Pd con una conferenza stampa di denuncia di quella che i pentastellati chiamano “Renzopoli”.

Ma il caso Genova è, di fatto, uno spartiacque per il M5S nella scelta dei candidati sia a livello locale sia in vista delle Politiche. Nel capoluogo ligure, al momento, la situazione è di totale confusione. In attesa del responso sul ricorso dei legali di Grillo contro la decisione del Tribunale Civile le opzioni sul tavolo sono sostanzialmente due: non candidare alcuna lista sotto la Lanterna o fare un’altra votazione.

Difficile, infatti, che il candidato resti Luca Pirondini senza che si proceda ad un nuovo voto su Rousseau mentre sembra, al momento, impossibile che Grillo torni sui suoi passi e accetti il responso giudiziario candidando Cassimatis. Anche se la professoressa di geografia sembra di tutt’altro avviso. “In questa situazione, siamo noi i candidati a sindaco di Genova per il M5S, al 100%”, sottolinea Cassimatis che al momento sceglie la linea della prudenza: nessuna raccolta firme per la sua candidatura ma la volontà di trovare un’intesa con l’ex comico: “Non vogliamo una guerra con i coltelli”.

Il caso è intricatissimo dal punto di vista giuridico e il rischio è che presto avrà dei cloni sparsi per tutta la penisola (a Padova, ad esempio). Da qui l’intenzione dei vertici del Movimento di stringere i bulloni sulle candidature ponendo più filtri e magari accogliendo una richiesta fatta da alcuni esponenti già da tempo: l’istituzione formale di un referente regionale.

“Ci sono tre tipi di persone che vogliono essere elette con il M5S: quelli che ci usano come un carro, quelli che vogliono cambiare il Movimento, e quelli che vogliono cambiare il Paese con noi. Solo questi ultimi possono entrare nel M5S”, spiega un ‘big’ pentastellato.

Di certo, la gestione della vicenda Genova non è facile e lo testimonia il netto silenzio con cui Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico replicano ai cronisti a margine della conferenza stampa sull’inchiesta di Report. Nel frattempo oggi è il giorno della polemica sull’ ‘intervista’ tentata da due membri dello staff della comunicazione al direttore del Tg1 Mario Orfeo.

“E’ grave che dei dipendenti del gruppo al Senato inseguano Orfeo per strada”, attacca il Pd chiedendo al presidente Pietro Grasso di valutare il caso. E mentre Orfeo incassa la solidarietà di Ap, Fdi e Fi nonché la difesa dell’azienda il M5S ribatte con nettezza. “Pd ipocrita, intimidisce Report e difende Orfeo”; sottolineano i pentastellati mentre il blog ufficiale insiste: “dal Tg1 fake news, censura e nessuna risposta”.

(di Michele Esposito/ANSA)

Lascia un commento