Il braccio di ferro all’Onu, le Nazioni Unite impotenti

WASHINGTON. – E’ ancora un ‘nulla di fatto’ all’Onu sui tentativi di arrivare ad una risoluzione sull’attacco chimico in Siria, con un duro braccio di ferro che vede contrapposti Russia da una parte, e il blocco Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti dall’altra. Sullo sfondo la tensione altissima tra Washington e Mosca e l’incontro tra il segretario di Stato Usa Rex Tillerson e il presidente russo Vladimir Putin, passaggio che fino alla fine non era per niente scontato.

Ma lo scontro si fa sempre più esplicito a Palazzo di Vetro, con la Russia che continua a fare scudo all’alleato siriano tra le condanne pressoché unanimi e il voto su un testo comune che continua a slittare, paralizzando di fatto l’azione dell’Onu che resta impotente.

Il no di Mosca alla bozza di risoluzione elaborata da Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti si è fatto sentire forte e chiaro in apertura dell’ennesima riunione del Consiglio di Sicurezza provocando quindi un nuovo stallo sul voto accompagnato da un ulteriore inasprimento dei toni.

L’inviato speciale Onu per la Siria, Staffan de Mistura, è risoluto nel sottolineare che “i fragili progressi raggiunti in Siria sono in grave pericolo”, affermando che servono “progressi irreversibili”, ma soprattutto è “urgente” trovare “consenso tra i maggiori attori in Siria per sostenere concretamente” una soluzione politica.

Eppure il suo monito sembra cadere nel vuoto, stando all’aspra contrapposizione in corso, con Gran Bretagna e Usa che hanno ribadito con fermezza la loro accusa a Mosca: “E’ dalla parte sbagliata”, pur ricordando che il corso si può ancora invertire.

Il senso dell’impasse lo dà però anche il tono dello scontro verbale: “Nessuno ha ancora visitato il sito dell’attacco e francesi e inglesi hanno già avuto prove certe: è incredibile!”, ha esordito polemicamente il vice rappresentante permanente russo all’Onu, Vladimir Safronkov, attaccato poi il delegato britannico: “Guardami in faccia quando parlo!”.