Strappo al tavolo Alitalia, scende in campo il Governo

ROMA. – La trattativa Alitalia è appesa ad un filo. E prosegue ad oltranza, quasi senza interruzioni. Ora tocca al Governo provare a ricucire per evitare il peggio. Quando mancano poco più di 24 ore alla scadenza fissata per trovare un accordo tra azienda e sindacati sul piano, le distanze ancora ampie tra le parti hanno portato ad uno strappo nella trattativa: l’azienda ha sospeso il confronto e i sindacati hanno chiesto l’intervento del Governo.

Adesso è tutto nelle mani dei ministri Calenda, Delrio e Poletti che incontreranno i leader di Cgil, Cisl e Uil, mentre in serata Calenda ha incontrato l’azienda e il presidente designato Luigi Gubitosi. Da parte del Governo si sta facendo tutta la pressione possibile per arrivare ad una soluzione positiva. La situazione è “molto complicata”, ripete Gubitosi, tornato al Ministero dello sviluppo per uno dei tanti incontri che sta facendo con il Governo (“ne facciamo spesso”, ha spiegato il ministro Delrio, che ieri sera ha incontrato il manager insieme ai colleghi Calenda e Poletti).

La situazione era complicata già ieri, ma adesso “un po’ di più perché il tempo sta scadendo”, spiega Gubitosi. Domani infatti è la deadline fissata dagli azionisti per l’accordo con i sindacati, cui i soci hanno vincolato il finanziamento del piano. Sulla manovra finanziaria, però, resterebbero delle resistenze da parte delle banche azioniste, che avrebbero chiesto una garanzia dello Stato prima di un nuovo esborso di denaro. Intanto, tramontata l’ipotesi di un possibile intervento di Cdp, si starebbe sondando la possibilità di coinvolgere Invitalia.

Sul fronte della trattativa sindacale, il tavolo è ripreso in mattinata – mentre fuori si svolgeva una protesta – con un cauto ottimismo da parte dei rappresentanti dei lavoratori, ma nel pomeriggio la situazione si è rovesciata e l’azienda ha deciso unilateralmente di sospendere la trattativa.

Il nodo, la controproposta unitaria messa a punto da sindacati confederali e sigle professionali sulla riduzione dei costi per il personale navigante, che l’azienda (che su questo capitolo resta sulla propria posizione, chiedendo tagli salariali dal 22 al 32%) ha respinto ritenendola insufficiente. Uno strappo che ha portato i sindacati a chiedere l’intervento della politica per sbloccare una situazione.

Sull’Alitalia “i lavoratori hanno già avanzato proposte. Ora Governo e Alitalia devono fare di più”, chieder via twitter la leader della Cgil Susanna Camusso, che punta il dito contro il ministero dello Sviluppo: “non può essere il ministero che produce esuberi”.

Il titolare del dicastero Calenda da parte sua assicura: “Si lavora per chiudere fino all’ultimo secondo utile”. Ma senza assi nella manica per salvare la compagnia: “noi non bariamo”, afferma il ministro Delrio. Infine la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan lancia un appello: “in questo momento cosi difficile per le sorti di Alitalia serve la responsabilità di tutti. In primis dall’azienda”.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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