A Milano primo derby cinese, in palio solo Europa League

ROMA. – Pasqua di resurrezione o appendice della via crucis? Il derby di Milano, in salsa cinese e in un inedito anticipo alle 12.30 di sabato assai gradito al mercato asiatico, è un crocevia delicato per la nuova stagione in apnea delle due duellanti meneghine. Battersi per un posto in palio in Europa League, se non subentrerà dalla retrovie la Fiorentina, alle spalle anche dell’Atalanta, è un pallido obiettivo da tempi grami che si prolungano in modo preoccupante.

Salvo miracoli, sarà il quarto anno per entrambe senza podio, evento nefasto che si è realizzato 15 volte dal Dopoguerra mentre nell’ultimo trentennio era accaduto solo negli anni di disgrazia 1995 e 2001. È Il Milan che si presenta in scia positiva: dopo mesi incerti e oscuri c’è il passaggio di consegne tra Berlusconi (che non sarà presidente onorario) e il gruppo cinese di mr. Li.

Montella finora è riuscito ad attutire le tensioni: con una politica di giovani e di prestiti la squadra sta galleggiando, anche se sarà dura tenere Pasalic (che sabato mancherà) e Deulofeu. L’asse Donnarumma-Romagnoli-Suso garantisce una base solida su cui ci vorranno però innesti sostanziosi per tornare in Champions. I rossoneri nelle ultime sette gare hanno perso di misura con la Juve e pareggiato a Pescara inanellando cinque vittorie per il sorpasso all’Inter che, dopo i 12 gol a Cagliari e Atalanta, è crollata con un punto in tre gare.

Il gruppo Suning, che ha speso molto per il rilancio, comincia ad avere dubbi su Pioli. Se perde il derby il tecnico manderà in fumo la conferma mentre fioccano polemiche anche per la presenza di Gagliardini martedì a Torino. A spingere la squadra dovrà essere Icardi, a secco da tre gare, che ha un inquietante limite nei derby: in nove gare non ha mai segnato e il Milan è l’unica squadra di A che ha graziato. Tra i due tecnici italiani il bilancio sorride a Pioli (5 vittorie a 3), ma l’Inter patisce il sesto anno senza podio.

Per il Milan sono solo tre gli anni di carestie, ma con un ottavo, un decimo e un settimo posto oltraggiosi per la storia del club. Ma il recente buco nero non può far dimenticare decenni di dominio: da Nordhal a Shevchenko, da Meazza a Ronaldo gli eroi di San Siro hanno regalato sogni ed emozioni in sfide equilibrate tanto che in 217 gare le vittorie dell’Inter sono state 77 contro 75 con differenza gol 294 a 292 e appena 16 zero a zero.

Si comincia il 10 gennaio 1909 con un 3-2 per il Milan, poi palla all’Inter: dai fratelli Cevenini I e III a Levratto fino al “Balilla” Meazza, 13 gol nei derby. Ma è dal secondo Dopoguerra che fioriscono campioni. Dal 1949 in un anno tre derby memorabili: 4-4 con doppiette dell’ungherese Nyers e di Nordhal, poi un rocambolesco 6-5 per l’Inter con tris di Amadei (in recupero da 1-4 al 19′ pt), e poi un 3-2 con protagonista lo svedese Skoglund.

Tempi duri per Gren-Nordhal-Liedholm, il Gre-No-Li milanista che ha poi modo di rifarsi. Il derby sale di tono negli anni 60 con le colorite sfide tra Herrera e Rocco, quelle sopraffine in campo tra Mazzola e Rivera e le due antagoniste si danno il cambio primeggiando in Europa. Preambolo il 5-3 per il Milan nel 1960 con poker di Altafini (record in Serie A visto che i 5 di Cevenini I nell’8-1 del 1918 erano nella Coppa Mauro), poi nel 1963 gol lampo di Mazzola dopo 13″ e pari di Dino Sani.

Con l’avvento di Berlusconi il Milan comincia un ciclo con Van Basten, Gullit e Rijkaard. Sacchi avvia la sua avventura battendo l’Inter del Trap 2-0 nel 1988, auspice Gullit. Rendono avvincenti le sfide anche i tre tedeschi Matthaeus, Klinsmann e Brehme. Le star si susseguono: Weah e Savicevic ma soprattutto Ronaldo. Il Fenomeno segna la fine degli anni 90 con gol e prodezze, poi tocca a Shevchenko che supera Meazza con 14 gol. È primattore nella disfatta di Tardelli del 2001, un 6-0 con una sua doppietta, score maggiore in Serie A.

È un altro periodo nero per l’Inter che soccombe dal 2002 al 2005, poi doppio pari nella semifinale Champions che promuove i rossoneri. Tocca a Ibra e a Crespo poi suonare la carica in un 4-3 del 2006. Agli albori del triplete (agosto 2009) Mourinho bastona Leonardo e al 4-0 partecipa Milito. Poi gli ultimi anni anonimi e sofferenti, ma ora la sfida tra Bacca e Icardi può riaccendere i motori: senza milanesi ai vertici il campionato è più povero.

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