Riapre Duomo di Ascoli, il vescovo: “Come le nostre vite”

ASCOLI PICENO. – Dopo sei mesi e mezzo, con la messa cresimale che ha dato il via ai riti della Pasqua, è stata riaperta ad Ascoli Piceno la Cattedrale di Sant’Emidio, patrono della città e protettore dal terremoto. Era chiusa dalla mattina del 30 ottobre. Quel giorno, era domenica, stavano per cominciare le prime messe, ma poco prima delle 8 la potente scossa di magnitudo 6.1 lesionò la grande struttura che si affaccia su piazza Arringo.

La chiesa, costruita sui resti di una basilica romana, rimaneggiata nel 1065-1069, e arricchita nel ‘500 di una facciata disegnata da Cola dell’Amatrice, venne chiusa al culto, così come altre cappelle della città e di tutte le Marche, alcune già riaperte, come il Duomo di Senigallia, anch’esso in restauro ma accessibile di nuovo da oggi.

La ‘rinascita’ di Sant’Emidio, che conserva fra l’altro un meraviglioso polittico di Carlo Crivelli, è stata fortemente voluta dal vescovo mons. Giovanni D’Ercole benché i lavori di ripristino non siano ancora conclusi. Lo saranno per il 5 agosto prossimo, giorno in cui Ascoli rende onore a Sant’Emidio.

Oggi però un primo segnale è stato dato. La comunità ecclesiale ascolana, che non si è mai fermata in questi mesi, ha di nuovo la sua ”casa”. ”La cattedrale riprende la sua vita, ma come vedete è in restauro. Apparentemente sembra tutto in ordine, ma ci sono dei problemi” ha detto il vescovo aprendo la funzione davanti ai cresimandi, tutti i sacerdoti della Diocesi, centinaia di fedeli.

”Accade così anche nella nostra vita, che a volte abbelliamo dall’esterno. Per questo abbiamo sempre bisogno quando entriamo in chiesa, quando di mettiamo davanti a Dio, di fare verità”. Nei giorni scorsi, nell’annunciare la parziale riapertura, aveva parlato di ”un piccolo miracolo, segno che quando non ci sono intralci burocratici si può fare bene e rapidamente”.

L’interno del Duomo si presenta con eleganti tendaggi ornati di corone floreali e disegni religiosi: stanno lì a nascondere i ponteggi. A proteggere le volte delle tre navate, dove gli affreschi sono purtroppo danneggiati, un’altrettanto imponente rete: garantisce la sicurezza dei fedeli e dei turisti, che, seppure timidamente, stanno tornando in città.

”Era brutto vedere la cattedrale con i lavori in corso – ha spiegato il vescovo – abbiamo voluto darle una certa dignità, con cose semplici che la rendono bella”. Dopo Pasqua Sant’Emidio non sarà più fruibile nella parte superiore, per non intralciare i lavori di messa in sicurezza e consolidamento dei tre archi. Verrà posizionato un palco a metà della scalinata per le funzioni religiose. La spesa complessiva dell’intervento è di circa 80 mila euro, reperiti dalla Curia.

(di Giuseppe Ercoli/ANSA)