Pasqua: un milione di migranti rumeni festeggiano in Italia

ROMA – In questi giorni, lunghe file di pellegrini si inerpicano su una collina coltivata a vite, alla periferia di Roma dove sorge la Diocesi ortodossa romena in Italia. Uomini, donne e bambini pregano, baciano le icone nella piccola chiesa, si confessano e partecipano ai riti della Pasqua, che rappresenta non solo la “Festa delle feste” e la “Solennità delle solennità” nella liturgia orientale, ma anche un momento di profonda identità collettiva per la più numerosa comunità di migranti presenti in Italia, circa un milione e 400 mila romeni.

Si tratta di oltre il 40% di tutti gli emigrati romeni nell’Unione Europea. Quest’anno poi, la Pasqua ortodossa coincide con quella cattolica, consentendo ai romeni di vivere la loro festa con ancora maggiore intensità. I migranti romeni in Italia lavorano sopratutto nell’edilizia o come badanti.

Le parrocchie romene – spiega all’ANSA il vescovo Siluan – rappresentano per i migranti il principale punto di riferimento: “in chiesa cercano la loro tradizione , la loro spiritualità, le loro radici e, spesso, anche un aiuto per trovare lavoro o un posto dove mangiare, se ancora non sono riusciti a sistemarsi”.

I numeri ufficiali parlano di circa 1 milione e 100 mila rumeni, tuttavia – afferma il vescovo – “ci sono tanti rumeni che si trovano in Italia per lavori stagionali, altri che provengono dalla Repubblica Moldava e dai confini con l’Ucraina. In tutto, credo che siamo più di un milione e 400 mila”.

La diocesi, quando fu creata nel 2008, coordinava circa 90 parrocchie. Oggi sono 235, più altre 100 ‘filiali’ minori in piccoli villaggi. Quella rumena è una comunità in continua crescita. “Negli ultimi sei anni abbiamo avuto una media di diecimila battesimi”, spiega il vescovo titolare della comunità in Italia.

Nella notte tra il sabato e la domenica di Pasqua, quattro-cinquemila persone si assiepano lungo la collina della Diocesi a Roma. E’ il momento del ‘fuoco sacro’, simbolo della luce e della risurrezione, che – nell’oscurità totale – dall’altare passa di candela in candela e si propaga come un’onda luminosa tra i fedeli. E’ la “fiamma che illumina le tenebre”, spiega Siluan.

“Per noi la Pasqua è il fondamento della nostra vita cristiana, la resurrezione del Signore è il rinnovamento della nostra fede, del nostro impegno e dell’universo intero”. All’alba della domenica vengono benedetti i cibi preparati dalle famiglie.

La festa dura tutta la giornata e si ripete, con altre migliaia di persone, anche la domenica successiva, il 23 aprile, che – nel calendario ortodosso – corrisponde alla Pasquetta occidentale. In tutta Italia circa 350 sacerdoti romeni celebrano in contemporanea i riti pasquali per i loro connazionali.

(di Elisa Pinna/ANSAmed)

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