Tosi sbotta: “Togliere i figli alle nomadi che rubano”

Il campo nomadi nel quartiere di Cornigliano nella zona delle ex acciaierie a Genova, 07 marzo 2017. ANSA/LUCA ZENNARO
Il campo nomadi nel quartiere di Cornigliano nella zona delle ex acciaierie a Genova, 07 marzo 2017.
ANSA/LUCA ZENNARO

VERONA. – Arrestate per tentato furto in appartamento, con in mano ancora gli arnesi da scasso, recidive, ma mamme, e perciò ‘risparmiate’ dal carcere. L’ennesimo caso di microcriminalità con protagoniste giovani madri nomadi ha fatto saltare la mosca al naso al sindaco di Verona, Flavio Tosi, – un passato di battaglie vinte, ma anche ‘perse’ sui campi rom – che ha reagito con durezza: “Assurdo che due nomadi ladre restino impunite e non vengano tolti loro i figli”.

La vicenda è quella di due nomadi di 23 e 20 anni, arrestate dalla Polizia di Verona subito dopo aver tentato di forzare la serratura dell’appartamento in un condominio. La proprietaria si era accorta di quanto stava avvenendo, guardando dallo spioncino interno, ed aveva allertato il 113. Le due ragazze erano state intercettate e arrestate dagli agenti delle Volanti, trovate ancora in possesso dei cacciaviti e altri arnesi da scasso con cui avevano tentato il furto.

Ma una volta in Questura avevano scelto la solita linea di difesa: una era mamma di un bimbo di un mese, che necessita di essere allattato, l’altra ha detto di essere incinta al quinto mese. Il gip del Tribunale di Verona ha convalidato l’arresto, disponendo l’obbligo di dimora nel loro campo, ma non ha potuto chiedere il carcere – e neppure il Pm lo aveva fatto – per via dei figli.

“Una decisione che lascia senza parole – ha commentato Tosi – Proprio per tutelare il figlio neonato e quello che nascerà, le due donne nomadi sorprese a rubare non solo non dovevano essere rilasciate, dati i numerosi precedenti penali, ma si doveva prevedere l’allontanamento da loro dei minori, compreso quello che nascerà nei prossimi mesi”.

“E’ risaputo – ha aggiunto – che molto spesso all’interno delle comunità nomadi le donne vengono utilizzate, a maggior ragione se incinte o con bambini piccoli, per rubare. Questo garantisce loro la sostanziale impunità. Si sa anche che queste famiglie insegneranno ai figli a diventare dei delinquenti”.

Nel linguaggio figurato, Tosi non usa le ruspe dell’ex compagno di partito – ed oggi suo accanito rivale – Matteo Salvini. Ma quando parla di nomadi non va giù tenero. Da quando è sindaco di Verona non ha mai mancato l’impegno per chiudere i campi nomadi abusivi e lo sgombero delle aree di degrado.

Battaglie vinte, ma anche perse. Come nel 2009, quando, da consigliere regionale della Lega, assieme ad altri 5 esponenti del Carroccio, si vide confermare dalla Cassazione una condanna definitiva a due mesi per aver “propagandato idee razziste” e violato la legge Mancino contro la discriminazione.

Una vicenda che risaliva a 8 anni prima, quando Tosi e la Lega avviarono una campagna politica contro gli accampamenti abusivi, che culminava con l’invito a firmare una petizione per “mandare via gli zingari da Verona”.