Salvini apre a Berlusconi, l’alleanza riparte dalle amministrative

Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini
Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini

ROMA. – “Andiamo a vincere come vinceva il Milan”. Matteo Salvini, all’indomani del closing con i cinesi, rilancia con forza l’alleanza con Silvio Berlusconi gettando solide basi sul futuro del centrodestra e le sue prospettive di vittoria già alle prossime amministrative.

Un’apertura colta al volo dal capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani secondo cui, con la Lega, “se si parte dai contenuti ci sono certamente le condizioni per un lavoro comune”. “Tra noi c’è una forte vocazione unitaria, basti vedere con quanta rapidità abbiamo trovato l’intesa sui candidati sindaci”, conferma Romani.

Ottimista anche Giorgia Meloni: “Il rapporto con gli alleati – sottolinea la leader di Fratelli d’Italia – è sereno più che mai e la grande condivisione sulle candidature a sindaco emerse per queste amministrative lo dimostra. Sì può vincere e ne siamo consapevoli”.

Insomma, indossando una polo con i colori del diavolo, la sua squadra del cuore, a due passi da Piazza della Scala, il leader ‘lumbard’ archivia le tensioni del passato e volge lo sguardo alle prossime comunali dell’11 giugno, sottolineando che i suoi avversari sono “Renzi e Grillo”.

“Se vinciamo a Genova, Verona e Padova – attacca Salvini – il Governo va a casa e si torna a votare. Un voto doppiamente importante”. Nel frattempo dà appuntamento al Congresso federale del Carroccio, in programma il 21 maggio.

“Non vedo l’ora di avere il consenso dei militanti per andare a vincere e cambiare il Paese”, annuncia, ribadendo che per la Lega i punti qualificanti per intavolare ogni tipo di alleanza sono i rapporti con l’Europa e la riforma della forma di Stato: “Sono straconvinto – attacca Salvini – che l’Italia debba riprendersi da Bruxelles quello che ha svenduto a Bruxelles, per poi articolare l’Italia nel nome dell’autonomia e del federalismo”.

Ma sottolinea che il punto che a lui “sta più a cuore” è la liberazione dell’Italia “dai vincoli europei e dalla povertà imposta dall’Europa con una moneta tedesca”. Ma anche su questo tema cruciale dell’addio all’Euro, Romani smorza i toni facendo capire che le distanze non sono incolmabili: “E’ una questione su cui discutere a lungo, tenendo conto del nostro alto debito. Tuttavia – conclude – l’euro, com’è oggi, non è certamente l’unica scelta possibile”.

(di Marcello Campo/ANSA)

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