Siria: migliaia di civili evacuati dalle zone assediate

BEIRUT. – Un vero e proprio scambio di popolazioni che coinvolge decine di migliaia di persone è in corso in Siria tra sunniti e sciiti, in forza di un accordo mediato a livello internazionale e stipulato da miliziani filo-iraniani Hezbollah e dai loro rivali dell’ala siriana di al Qaida sostenuti dal Qatar. Le prime settemila persone, tra civili e miliziani, si sono messe in moto dopo che tre giorni fa Hezbollah e qaedisti si erano scambiati prigionieri e anche corpi di combattenti uccisi.

Sessanta bus e circa venti ambulanze con a bordo 1.800 civili e 400 miliziani provenienti da Madaya e Zabadani, tra Damasco e il confine libanese, sono giunti a Khanaser, a sud-est di Aleppo, dopo 13 ore di viaggio. In nottata queste migliaia di persone, provenienti da zone da due anni sotto assedio da parte degli Hezbollah, dovranno arrivare a Rashidin, punto di contatto tra i due convogli a sud-ovest di Aleppo.

Proprio a Rashidin sono arrivati in serata i 75 autobus e le 20 ambulanze in marcia da Fuaa e Kafraya, località a maggioranza sciita nella zona nord-occidentale di Idlib, assediate dal 2014 da miliziani sunniti tra cui qaedisti. Gli sciiti di Fuaa e Kafraya faranno sosta ad Aleppo, ormai nelle mani dei governativi, degli Hezbollah e dei russi e non è chiaro se proseguiranno verso sud. Il trasferimento dalle quattro località, facilitato dalla Mezzaluna Rossa siriana, proseguirà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

L’accordo, mediato in primis da Iran e Qatar con l’implicito benestare di Russia, Stati Uniti, Turchia e Arabia Saudita e senza che l’Onu si sia espressa a riguardo, prevede lo svuotamento quasi totale delle quattro località. E la creazione di fatto di ‘cantoni’ omogenei dal punto di vista confessionale: sunniti da una parte e sciiti dall’altra.

Madaya e Zabadani sono a maggioranza sunnita in un’area ormai controllata dagli Hezbollah perché in una posizione chiave tra il Libano e la capitale siriana. Fuaa e Kafraya sono le ultime enclave sciite in una zona – Idlib – sempre più dominata da miliziani sunniti estremisti e dove le forze governative-russe-iraniane ammassano i civili delle zone assediate che di volta in volta si arrendono.

Osservatori locali e internazionali denunciano l’operazione come parte di un “processo di alterazione demografica del mosaico siriano”: un processo cominciato con l’evacuazione dei civili e miliziani sunniti dal centro di Homs tre anni fa e proseguito in località minori vicino a Damasco, fino ad arrivare alla “bonifica” di Aleppo est nel dicembre scorso e al trasferimento forzato di migliaia di civili da un sobborgo di Homs un mese fa.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)