Renzi esclude le urne anticipate: “Ma Pd primo partito”

Orlando, Renzi, Emiliano.
Orlando, Renzi, Emiliano.

ROMA. – Di primo mattino fa smentire l’ennesima ricostruzione giornalistica che lo descrive ancora una volta preso dalla smania di andare a votare quanto prima sull’onda dell’annuncio Theresa May. Ma Matteo Renzi non ha smesso di guardare i sondaggi e da quelli in suo possesso “il Pd è il primo partito, se la batte con M5S”. A quasi dieci giorni dalle primarie dem l’ex leader più che ai rivali interni sembra guardare alla sfida nazionale ed ingaggia una battaglia a tutto campo con i grillini, dai vaccini alla Rai.

Se Andrea Orlando e Michele Emiliano provano a stanare Renzi sulla legge elettorale come sul tema delle alleanze, l’ex leader guarda oltre. L’idea dei renziani è di tenere bassi i toni e di non concedere i riflettori ai candidati che inseguono. In attesa del 30 aprile quando sono sicuri che Renzi tornerà al timone del Pd e allora accelerare sulla riforma della legge elettorale.

Cade nel vuoto infatti l’ennesimo pressing di Andrea Orlando per un secondo confronto tv in Rai oltre a quello su Sky il 26 sera. Emiliano si può consolare dopo che la commissione congresso ha deciso di riammetterlo in 5 collegi su 30 in Lombardia ed in uno su 5 in Liguria dopo l’esclusione per la mancata raccolta di firme. E Orlando mostra i muscoli sostenendo che se la sua mozione prevarrà “troveremo la via per costruire insieme un percorso che possa aprire una fase politica nuova”.

Ma più che ai sondaggi sulle primarie, l’ex premier guarda ai sondaggi tra i partiti. Nega, in base ai suoi dati, che M5S abbia superato il Pd che “resta il primo partito” e affonda sui grillini definendoli “una classe dirigente improvvisata e priva di etica scientifica”.

Un attacco sul tema dei vaccini evitando di criticare i vertici della Rai “altrimenti ci dicono che vogliamo rimuoverli, una mossa che ci procurerebbe solo polemiche”, ribattono i renziani. “E’ evidente – incalza l’ex premier – che dopo il referendum siamo alla prima Repubblica ma invece che la Dc abbiamo a che fare con un movimento che crede alle scie chimiche e al fatto che non si è andati sulla luna”.

Solo un assaggio dello scontro che si avrà in campagna elettorale. Infatti anche se Renzi augura “buon lavoro” a Paolo Gentiloni e smussa gli angoli delle frizioni con i ministri tecnici Padoan e Calenda, l’impressione di molti nel Pd è che dopo le primarie si capirà davvero se la legislatura arriverà al termine o si interromperà prima.

E anche se per ora i dem stanno alla finestra, dopo il 30 aprile, a quanto si apprende, prenderà l’iniziativa per sbloccare l’impasse sulla legge elettorale. A maggior ragione dopo il rilancio dell’ipotesi di uno scambio tra Iva e taglio del cuneo fiscale, in parte frenata da Pier Carlo Padoan, i renziani sono sempre più preoccupati che si possa arrivare alle elezioni di febbraio dopo una manovra di ottobre lacrime e sangue.

“Dobbiamo tenere la barra dritta sulla strada del non aumento delle tasse”, ha chiarito il senatore renziano Mauro Del Barba all’assemblea con Padoan. Un ennesimo altolà che l’ex dalemiano Ugo Sposetti ha commentato con un dubbio: “Davanti a certe continue critiche di dirigenti del Pd, mi chiedo se il Pd è al governo o all’opposizione”.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)

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