Russia: giornalista muore in ospedale dopo aggressione

MOSCA. – Un altro nome si aggiunge alla tristemente lunga lista dei giornalisti uccisi in Russia. Nikolai Andrushenko, cofondatore della testata Novy Peterburg e noto per i suoi articoli su corruzione e criminalità, non ce l’ha fatta: è morto in ospedale, più di un mese dopo essere stato aggredito e pestato a San Pietroburgo mentre, uscito dalla redazione, si recava a un incontro di lavoro.

I motivi dell’omicidio non sono chiari, e neanche chi siano esecutori e mandanti. Ma secondo il direttore della “sua” Novy Peterburg, Denis Usov, il navigato Andrushenko (aveva 73 anni) è stato aggredito per le sue pubblicazioni su un settimanale avverso al governo, che tra l’altro ha recentemente pubblicato i ricordi del reporter Dmitri Zapolskij sui legami tra la Pietroburgo criminale e le autorità cittadine nell’era di Boris Eltsin.

Il reporter era stato colpito alla testa la sera del 9 marzo e i medici dell’ospedale Marinskij lo avevano posto in coma indotto. Alevtina Agheeva, direttrice della casa editrice Novy Peterburg, che pubblica l’omonimo settimanale fondato da Andrushenko, ha spiegato che “dopo il ricovero” il giornalista aveva “subito un intervento al cervello.

Agheeva non ha fatto mistero di temere che le forze dell’ordine possano non indagare adeguatamente sull’aggressione. Il motivo, per Agheeva, è chiaro: Andrushenko aveva più volte causato grattacapi alla polizia russa, accusandola di violenze e soprusi.

Laureato in fisica, Andrushenko era stato consigliere comunale a San Pietroburgo all’inizio degli anni Novanta. La sua opposizione alle autorità gli aveva attirato l’accusa di ‘estremismo’, nonché di diffamazione e insulti a pubblico ufficiale tra il 2006 e il 2009. Sempre in quel periodo, nel 2007, arrivò la vera stangata: un tribunale fece chiudere Novy Peterburg dopo due ‘ammonizioni’, una delle quali inflitta proprio per un articolo di Andrushenko intitolato “Perché vado alla marcia del dissenso”. Due anni dopo, però, la Corte suprema fece riaprire il giornale.

Andrushenko è l’ultimo di un lungo elenco di giornalisti uccisi in Russia. La più nota è sicuramente Anna Politkovskaia: la reporter di Novaia Gazeta, che denunciava la deriva autoritaria del governo di Vladimir Putin e i tanti abusi commessi dalle forze russe in Cecenia, fu freddata a colpi di pistola il 7 ottobre del 2006 nell’ascensore dell’edificio di Mosca in cui abitava.

Un’altra giornalista di Novaia Gazeta, Anastasia Baburova, fu ammazzata, anche lei a pistolettate, nel 2009 nel centro di Mosca assieme all’avvocato difensore dei diritti umani Stanislav Markelov. Khadzhimurad Kamalov, fondatore del quotidiano daghestano Cernovik, fu ucciso nel 2011 nella capitale della repubblica caucasica, Makhachkala. Natalia Estemirova, giornalista e attivista dell’ong russa Memorial fu rapita in Cecenia e trovata assassinata in Inguscezia nel luglio del 2009. E questi non sono che alcuni dei nomi di una lunga, triste lista.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)

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