Strasburgo, Italia tra i peggiori sulla custodia cautelare

STRASBURGO. – In prigione dovrebbe starci solo chi è stato condannato in via definitiva, e solo in casi eccezionali chi è in attesa del processo o ha fatto appello contro la sua condanna. Ma in Italia e in numerosi altri Paesi europei non è questa la norma. La percentuale media in Europa di detenuti in attesa di giudizio in carcere è del 25% e in Italia supera il 30%.

La denuncia viene dal comitato anti tortura (Cpt) del Consiglio d’Europa che con il suo ultimo rapporto chiede ai Paesi di intervenire per fare della custodia cautelare un’eccezione, perché questa misura è una pratica dannosa per l’individuo e spesso una delle cause del sovraffollamento nelle carceri.

I dati più aggiornati del ministero della giustizia italiano sembrano confermare la correlazione tra sovraffollamento e ricorso alla custodia cautelare. In Italia al 31 marzo scorso c’erano in totale 56.289 detenuti per 50.211 posti disponibili. In attesa del primo processo erano 9.749, mentre quasi altrettanti (9.641), pur condannati, non lo erano in via definitiva.

Secondo il Cpt “data la sua natura invasiva e considerato il principio della presunzione d’innocenza, la norma di base deve essere che la custodia cautelare sia utilizzata solo come ultima misura”. Gli Stati dovrebbero invece ricorrere ad altre possibilità come gli arresti domiciliari, la cauzione, la sorveglianza elettronica, l’obbligo a rispettare certi vincoli, il ritiro del passaporto.

E queste misure dovrebbero essere applicate anche ai cittadini stranieri “perché il fatto che non siano né cittadini né residenti non è motivo sufficiente per concludere che vi è un elevato rischio di fuga”.

Il Cpt afferma anche che la custodia cautelare deve essere “imposta per il tempo più breve possibile e deve essere stabilita caso per caso dopo aver valutato i rischi di reiterazione del reato, di fuga, del tentativo di alterare le prove o altre interferenze con il corso della giustizia”.

Inoltre va considerata anche la gravità del reato che la persona è sospettata di aver commesso. Quando gli Stati utilizzano la custodia cautelare devono, afferma il Cpt, assicurare a questo tipo di detenuti, che in generale sono quelli che in prigione sono tenuti nelle condizioni peggiori, tutta una serie di tutele, che vanno dallo spazio minimo nelle celle ad attività giornaliere.