Inter, Pioli: “Dopo il derby sento l’appoggio del club”

Antonio Candreva saluta Stefano Pioli dopo il gol contro il Milan. (ANSA/AP Photo/Luca Bruno)
Antonio Candreva saluta Stefano Pioli dopo il gol contro il Milan. (ANSA/AP Photo/Luca Bruno)

APPIANO GENTILE (COMO). – “Dimenticare un derby amaro” e “tornare subito a vincere”. Ma anche “tornare subito a vincere per dimenticare un derby amaro”. Da qualunque parte la si voglia leggere, la citazione-cardine della conferenza stampa di Stefano Pioli, a 48 ore dalla partita di Firenze, rimarca in maniera spietata come solo i tre punti con la Fiorentina possano rilanciare le quotazioni dell’Inter nella volata all’Europa e riaccendere la speranza di un’eventuale conferma sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione.

Il pareggio-beffa nella prima stracittadina cinese ha assestato un bel colpo alle ambizioni di Pioli: Suning riflette da tempo sul futuro del tecnico, cerca un allenatore dal profilo internazionale e senza paura di vincere. I cambi timorosi nel derby (fuori Joao Mario, dentro Murillo) e il calo vertiginoso avvenuto nell’ultimo mese (due punti in quattro partite, sconfitte con Sampdoria e Crotone) sono sotto gli occhi di tutti ma Pioli, con calma e senza mai alzare la voce, trasmette una tranquillità apparente:

“Mi ritengo un allenatore fortunato. Dalla società ho grande sostegno e grande supporto anche in questo momento delicato. A fine campionato i nostri risultati parleranno per noi e si faranno bilanci e valutazioni. Abbiamo sei partite per dare certe risposte”.

Pioli sotto esame, ma con lui parte della rosa. Perché per tornare ad alzare trofei non si possono commettere errori banali ad ogni partita. Errori che Pioli imputa alla scarsa concentrazione e ad un livello di attenzione troppo altalenante:

“Nelle ultime partite ci è mancata la capacità di stare dentro al match per tutti i 95′. Errori pagati a caro prezzo, non abbiamo vinto gare che avremmo meritato di vincere. Anche nel derby abbiamo faticato nella gestione della palla, subendo gol dopo aver perso palloni banali. E poi ci sono le palle inattive, i gol del Milan arrivano così”.

Ma il tecnico non si dà per vinto, alza la testa e carica: l’obiettivo è “migliorare la posizione in classifica” per “dimostrare che l’Inter è meglio di quella recente”.

“Sono fiducioso per la voglia che vedo di uscire da questo momento – aggiunge Pioli – e terminare la stagione con una classifica diversa da quella attuale. Chiaro che è stata una lunga rincorsa, ma sono certo che valiamo più di quanto dicano gli ultimi risultati. Il nostro calendario è più duro delle nostre avversarie? Abbiamo solo 5 punti di distanza dalla quarta in classifica e c’è ancora lo scontro diretto con la Lazio”.

Insomma, Pioli non si sente destinato all’addio anche se le voci di un interessamento proprio della Fiorentina per il dopo Sousa spifferano forti: “Se direi di sì alla chiamata della Fiorentina? Sarà una gara difficile, qui tutte le big hanno fatto fatica. Da calciatore sono stato sei anni in viola, tra bei ricordi e la delusione della retrocessione”.

Passato nostalgico, presente tribolato e futuro incerto: i tre tempi di Pioli.

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