Tragedia nel ciclismo, Scarponi travolto in allenamento

Michele Scarponi.
Michele Scarponi. ANSA/LUCA ZENNARO

Michele Scarponi. ANSA/LUCA ZENNARO
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ANCONA. – Era nato a Jesi, altra terra di campioni, anche se di diversa specialità, ma la vita l’aveva trascorsa a Filottrano, un comune di neppure 10 mila abitanti dove, quando non era impegnato nelle gare fuori casa, si allenava con scrupolo ogni giorno in sella alla bicicletta, macinando chilometri su e giù per le colline a lui care.

Ed è qui che si è chiusa stamattina la parabola di Michele Scarponi, volto sorridente del ciclismo italiano, falciato da un furgone a pochi passi da casa. Il corridore marchigiano, ribattezzato l’Aquila di Filottrano, aveva da poco iniziato il proprio allenamento quando, poco dopo le 8, a un’intersezione tra via dell’Industria e via Schiavoni, si è scontrato con un autocarro Fiat ‘Iveco’, condotto da un 57enne del posto.

Sembra che vittima e investitore si conoscessero, come è facile in una comunità piccola come quella filottranese: Scarponi percorreva la strada in discesa, il furgone stava svoltando a sinistra per immettersi sull’altra strada. Secondo i carabinieri, l’autista dell’Iveco non avrebbe dato la precedenza. L’uomo, che è indagato per omicidio stradale, avrebbe raccontato ai militari di non avere visto Scarponi, perché in quel momento aveva il sole negli occhi.

Il ciclista si è schiantato sul parabrezza del mezzo, lato destro, dove è visibile una grossa ‘ragnatela’ prodotta dall’impatto del corpo. I soccorsi sono arrivati subito, ma per Michele non c’era più nulla da fare: il suo corpo era straziato dal violento impatto. La notizia si è sparsa in un battibaleno a Filottrano, che ora piange il ‘suo ragazzo’.

Un ‘ragazzo’ di 37 anni, gentile, sempre sorridente, alla mano: “Se capitava di incrociarlo per strada durante gli allenamenti – ricorda il presidente della Banca di Filottrano, Luciano Saraceni – e gli chiedevi magari di stargli per pochi secondi a ruota, così da vantartene poi con gli amici, lui ti prendeva la mano e non ti lasciava più fino a quando non si terminava il giro tutti insieme. Soltanto i grandi campioni compiono gesta di questo tipo”.

“Michele era uno di noi. Era un ragazzo sempre sorridente, che sapeva coniugare le doti dei veri campioni: la semplicità e la grandezza – dice il sindaco Lauretta Giulioni -. Oggi è il giorno del dolore. Dobbiamo chinare il capo e accettare. Sono gli appuntamenti della vita”.

Scarponi lascia due gemellini di 5 anni, Giacomo e Tommaso, avuti dalla moglie Anna Tommasi, veneta di Conegliano, che su Instagram ha ringraziato tutti, raccogliendo in pochi minuti migliaia di ‘mi piace’.

Una vicenda terribile che ha scosso profondamente tutti. E che rilancia con prepotenza il tema della sicurezza. “Dobbiamo sempre porre maggior attenzione alla sicurezza stradale, dei ciclisti e delle persone che stanno sulla strada quotidianamente”, ha detto il ministro dello Sport, Luca Lotti.

“Non solo abbiamo approvato la legge sull’omicidio stradale – ha aggiunto – ma abbiamo anche presentato un provvedimento, con il viceministro Nencini, denominato ‘salva ciclisti’. Mai abbassare la guardia sulla sicurezza sulla strada”.

I funerali non sono stati ancora fissati. Non è escluso che vengano celebrati nel Palazzetto dello sport, dove sarà allestita la camera ardente. Il sindaco ha proclamato una giornata di lutto cittadino. La salma del ciclista è nell’obitorio dell’ospedale di Ancona. Il pm Ruggiero Dicuonzo ha disposto la sola ispezione cadaverica.

(di Anna Maria Danese/ANSA)

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