Il ritorno di Obama, a Chicago con i “giovani leader”

L'ex presidente Barack Obama
L'ex presidente Barack Obama

WASHINGTON. – “Allora… cosa è successo mentre non c’ero?”. Esordisce con una battuta l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama nella sua prima apparizione pubblica dopo la fine dei suoi due mandati alla Casa Bianca (e una lunga vacanza). Ma mai menziona il presidente Donald Trump, o lo critica, o attacca l’attuale amministrazione.

Obama volta pagina e guarda al futuro, oltre Trump. Per farlo ha scelto Chicago, la città dove tutto cominciò per lui, e verso la quale è debitore – ha sottolineato – e dove torna per parlare di impegno civico ai giovani e con i giovani, esplicitando così il suo impegno a partire da qui: la cosa più importante che io possa fare adesso è aiutare a “preparare la prossima generazione di leader”.

Così si cala nei panni del moderatore, fa parlare loro, circondato da studenti sul palco alla University of Chicago. Obama è il mentore che interviene con suggerimenti, sollecitazioni, spunti. Invita all’impegno civico, garantisce che sì, si può fare, e non solo quando ci sono le elezioni o una candidatura in ballo.

Sollecita qualche riflessione – sul fatto che a suo avviso “non si è più abituati come un tempo ad avere un progetto comune, stiamo diventando una società più individualistica”, – e mette a suo modo in guardia una generazione che, dice, “si informa esclusivamente attraverso il suo telefonino” e deve comunque confrontarsi con altre opinioni. E quindi chiede: “Dove attingete per informarvi? Ci sono modi in cui possiamo fare meglio in nostro lavoro?”.

Il tema non è estraneo nemmeno al presidente Trump, che del puntare il dito contro la ‘parzialità dei media’ ha fatto marchio di fabbrica dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Nei toni e contenuti però Obama è il suo opposto. Al punto che non ha nemmeno bisogno di ‘verbalizzarlo’.

Intanto dalla Casa Bianca si ridimensiona il valore della imminente tappa dei primi 100 giorni di governo per Trump (il 29 aprile). E’ un limite “superficiale”, dice il portavoce Spicer, sottolineando invece “l’orgoglio per quanto conseguito” in questo frangente. Restano tuttavia due cruciali campi di battaglia aperti: la riforma di Obamacare e l’approvazione della legge di bilancio che consenta di finanziare la costruzione del muro con il Messico. E per Trump è corsa contro il tempo.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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