Trump insiste: “Ho chiesto a Gentiloni saldare i conti Nato”

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca, Washington DC, 20 aprile 2017 (Mark Wilson/Getty Images)
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca, Washington DC, 20 aprile 2017
(Mark Wilson/Getty Images)

ROMA. – “Con il premier italiano abbiamo scherzato, gli ho detto: ‘andiamo, devi pagare, devi pagare’. Pagherà…”. All’indomani dell’incontro con Paolo Gentiloni, il presidente americano Donald Trump racconta così, in un’intervista rilasciata all’Associated press in occasione dei cento giorni di governo, uno dei passaggi cruciali dell’incontro dello scorso giovedì con il presidente del Consiglio italiano.

All’Italia Trump chiede di rispettare l’impegno, assunto in ambito Nato, di portare al 2% del pil le sue spese per la difesa. E il governo conferma la posizione espressa alla Casa Bianca da Gentiloni: “Siamo abituati a mantenere gli impegni”, il processo per aumentare le spese “è già iniziato” ma sarà “graduale” perché non possiamo sforare i vincoli di bilancio Ue.

Non si rivolge solo all’Italia, Trump, quando chiede ai partner di mettere più soldi nella Nato. E promette di essere “molto duro” al prossimo vertice dell’Alleanza in programma a Bruxelles a fine maggio, perché “non è corretto che – sottolinea – noi paghiamo il 4% e altri Paesi l’1%”.

Il presidente Usa, che rispetto agli inizi del suo mandato ha ammorbidito la sua posizione, spiega di aver definito la Nato “obsoleta” perché “non si concentra sul terrorismo”. Con gli alleati, incluso il premier italiano, assicura di avere buoni rapporti. Ma promette di non mollare la presa per chiedere, a differenza dei suoi predecessori, che ciascun membro della Nato paghi il 2%. “Pay up”, ovvero saldare il conto: è questo che chiede a Gentiloni.

Nella conferenza stampa alla Casa Bianca, giovedì scorso, era stato il premier italiano a rivelare di aver trattato il tema con Trump. E il leader Usa aveva scherzato con il giornalista che poneva a Gentiloni una domanda sull’argomento: “Mi piace. Attendo la sua risposta perché gli porrò quella stessa domanda molto presto”.

Le parole dette all’agenzia americana da Trump il giorno dopo sono coerenti, secondo fonti di governo, con quanto si erano detto i due leader alla Casa Bianca. Alla domanda di arrivare al 2% di spese per la difesa, Gentiloni replica che è quello l’obiettivo, ma graduale.

“E’ legittimo che Trump lo chieda – ha detto il premier anche in un’intervista a Fox – ma è legittimo per noi dire che abbiamo preso quell’impegno e lo rispettiamo gradualmente. L’Italia ha delle restrizioni di bilancio e la necessità di prendere impegni compatibili con la sua crescita ma siamo molto orgogliosi del nostro impegno per la sicurezza dall’Iraq all’Afghanistan, dal Mar Baltico ai Balcani”.

In termini di spesa, precisa il ministro della Difesa Roberta Pinotti, “l’Italia è oggi all’1,18%, cioè 24 miliardi di euro. Immaginare di raddoppiare immediatamente è irrealistico: negli anni passati ci sono stati numerosi tagli, ad oggi abbiamo fermato il declino del bilancio della Difesa”.

Una soluzione ci sarebbe, sottolinea in serata l’ex premier Matteo Renzi: “Abbiamo proposto nel vertice Nato in Galles del 2014 di svincolare quelle spese dal patto di stabilità europeo: si sta discutendo. Intanto va bene investire in sicurezza e difesa, però per ogni centesimo in sicurezza, devi investire in cultura e innovazione”, sottolinea.

Renzi nota che la richiesta di Trump è legata al tentativo di ridurre l’impegno Usa nella Nato e, quanto all’Italia, aggiunge che per il futuro bisogna puntare a spese che creino “occupazione e una filiera” in Italia, con “ricerca e ingegneria”, e porre fine a spese come quella per gli F35 “che per la stragrande maggioranza sono andate all’estero”.

(Di Serenella Mattera/ANSA)

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