Renzi sulla scia di Macron. Calenda: “Debole chi lo insegue”

ROMA. – Il ciclone Emmanuel Macron divide il centrosinistra. L’affermazione di Marine Le Pen non convince tutto il centrodestra. E il M5S si smarca da entrambi. Il primo turno delle presidenziali francesi lascia, così, più di uno strascico nella politica italiana facendo litigare di fatto tutti i partiti.

Ed è il risultato di Macron il primo a balzare al di là delle Alpi trovando un Matteo Renzi entusiasta e convinto che la battaglia del leader di ‘En Marche’ abbia gli stessi connotati di quella del Pd. E’ in chiave Ue, invece, che nel governo si guarda con più di un sorriso all’ascesa di Macron: il suo risultato “suscita speranza”, si congratula in un colloquio telefonico il premier Paolo Gentiloni.

“La sua sfida riguarda anche l’Italia. Avanti, insieme”, esulta in mattinata Renzi che vede nell’ex ministro francese una “speranza per un’Ue non di tecnocrati”. Ma l’ex premier nega di voler seguire il percorso di Macron: quello di un partito ‘ex novo’, slegato dalle vecchie categorie della politica. “In Italia sarebbe un errore, la mia battaglia è dentro il Pd e per cambiarlo”, assicura.

Il suo entusiasmo, però, non convince tutti, anche nel governo. “La gara italica a chi è più Macron è sintomo di debolezza e provincialismo”, è la frecciata del ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. E anche il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova si smarca dalla visione renziana: “l’antieuropeismo moderato non paga”.

E se Michele Emiliano bolla come “banali” le parole di Renzi e ammette che avrebbe votato Jean-Luc Mèlenchon a sinistra del Pd c’è chi come Massimo D’Alema vede diverse incognite in Macron. Mentre Roberto Speranza si sofferma, in chiave italiana, sulla perfomance dei socialisti: “quando il centrosinistra va al governo e imita la destra non prende voti”.

Quella destra che guarda con un mix di speranza e scetticismo a Le Pen. “Tradotto in italiano hanno perso Renzi e Berlusconi”, è il giudizio del leader della Lega Matteo Salvini secondo cui il voto francese si presenta come una lezione ai moderati. “E’ un avviso di sfratto al governo europeo”, sottolinea la leader di Fdi Giorgia Meloni. E se “i banchieri festeggiano Macron il popolo sta con Le Pen”, incalza Salvini. Che trova i suoi alleati azzurri ancora una volta distanti.

Il capogruppo FI Renato Brunetta si schiera con Macron (“un lib-lab come me”) laddove Giovanni Toti osserva che in Italia serva qualcosa di “nuovo” e di “unitario” nel centrodestra. Chi mantiene le distanze sia da Macron sia da ‘Madame Frexit’ è il M5S. “Abbiamo poco in comune col programma di entrambi”, sottolinea il Movimento assicurando dialogo con chiunque vincerà al ballottaggio.

Ma i francesi “hanno punito chi li ha traditi sostenendo Fiscal Compact, taglio delle pensioni e austerity. Esattamente come Pd, FI e Lega”, attacca il responsabile Esteri Manlio Di Stefano vedendo Oltralpe, proprio come la Lega, la disfatta dei partiti tradizionali. In serata Renzi invita però alla calma: “occhio perché non è così facile. E’ un ballottaggio difficile”.

(di Michele Esposito/ANSA)

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