Per Alitalia arriva commissario, no nazionalizzazione

Un segnale di STOP e in lontananza un aereo Alitalia.
Un segnale di STOP e in lontananza un aereo Alitalia. (ANSA/AP Photo/Antonio Calanni, File)
(ANSA/AP Photo/Antonio Calanni, File)

ROMA. – Arriva il secondo commissariamento per Alitalia. Dopo il secco ‘NO’ dei lavoratori al piano per il rilancio della compagnia, il consiglio di amministrazione ha certificato con “rammarico” l’impossibilità di andare avanti con la ricapitalizzazione e ha deciso di avviare l’iter per l’amministrazione straordinaria speciale. Aprendo la strada a una nuova gestione commissariale, dopo quella del 2008, che nelle intenzioni del governo dovrà portare nel più breve tempo possibile e con meno risorse pubbliche possibile alla sua vendita o, nella peggiore delle ipotesi, alla liquidazione.

Solo dopo l’assemblea dei soci, tra due giorni o al massimo in seconda convocazione il 2 maggio, tutti gli attori saranno di nuovo chiamati attorno al tavolo al Mise per fare un punto sull’esito del referendum, che è stato “profondamente deludente”, per James Hogan, presidente e amministratore delegato di Etihad e vicepresidente di Alitalia, che ha precisato il “supporto” del secondo azionista della compagnia alla decisione di avviare la procedura commissariale.

Altre strade non ce ne sono, ha ribadito di nuovo il governo per voce dei ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dello Sviluppo economico Carlo Calenda. La nazionalizzazione, invocata dai sindacati di base come soluzione dopo lo stop al preaccordo – che prevedeva tra l’altro circa 900 esuberi e un taglio dell’8% dello stipendio del personale di volo – “è esclusa” ha detto chiaramente Poletti, mentre Calenda ha spiegato che a non volerla non è solo l’esecutivo ma anche gli italiani, che già in questi anni hanno contribuito con oltre 7 miliardi a tenere in piedi la ex compagnia di bandiera.

Basta soldi pubblici per puntellare “una azienda in perdita”, ha chiarito il titolare dello Sviluppo economico, spiegando però che il governo è pronto a negoziare con Bruxelles un “prestito ponte”, sempre per un periodo limitato, che consenta alla gestione commissariale di presentare un nuovo piano in attesa appunto di vendere la compagnia intera o con lo ‘spezzatino’ dei diversi asset.

Sul tavolo potrebbero già esserci i 300 milioni di aumento di capitale di Invitalia, che il governo aveva inserito nella ‘manovrina’ per consentire alla partecipata pubblica di fare da garanzia per il piano. Ora quelle risorse ci sono ma è presto per dire se e come saranno utilizzate. Difficile però che si possano trasformare da garanzia in ‘cash’ da girare direttamente alla compagnia e in ogni caso prima servirà il via libera Ue.

Quanto al timing, Calenda ha esplicitato l’intenzione di chiudere rapidamente con l’amministrazione straordinaria, entro i 6 mesi previsti dalla legge Marzano, senza commissariamenti lunghi anni. Se si farà avanti un acquirente “è tutto da vedere, è prematuro”, ha aggiunto però il ministro, mentre il principale ‘indiziato’, Lufthansa, si è limitato a un ‘no comment’ sulla situazione dell’aviolinea italiana.

Il prestito, necessario per garantire alla compagnia i mezzi per continuare i voli, visto che la liquidità scarseggia (e c’è chi parla di risorse disponibili solo fino a metà maggio), dovrà comunque rispettare gli stretti paletti comunitari. La commissione ha fatto comunque sapere che la possibilità c’è, visto che sono passati già 10 anni dall’ultima richiesta di aiuti di Stato.

Al momento, comunque, gli aerei Alitalia continueranno a volare, come ha assicurato la stessa compagnia, mentre l’Enac ha già fatto sapere di avere ricevuto dal presidente Luca Cordero di Montezemolo la comunicazione ufficiale dell’avvio della procedura per la nomina del commissario e di avere riscontrato che “al momento, esistono le condizioni per il mantenimento della piena operatività”.

Con l’arrivo del commissario poi la licenza sarà concessa mese per mese. Ora la parola spetta comunque all’assemblea dei soci. Lì arriverà l’ok alla proposta del cda di andare al commissariamento oppure si dovrà esprimere la volontà di percorre altre strade, che appaiono al momento poco probabili. Sarà da capire anche il ruolo delle banche, per ora alla finestra a monitorare attentamente l’evoluzione della situazione.

Una volta approvata la via dell’amministrazione straordinaria il governo dovrà nominare uno o più commissari, fino a un massimo di 3. E i rumors già parlano di un possibile ruolo del presidente designato Luigi Gubitosi, che però sarebbe restio ad accettare di vestire questi panni, o di Enrico Laghi, già commissario dell’Ilva.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)